Europee, Orlando “Candidabile col Pd, ho consensi ma non correnti”

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Tempo di Lettura: 3 minuti PALERMO (ITALPRESS) – “Ho lasciato il Comune, ma non ho lasciato la politica, mi sono preso un anno sabbatico perchè avevo bisogno di un anno di respiro”. Le Europee? “Sono candidabile e sono pronto a candidarmi per il PD”, ma “ho un difetto: ho consensi ma non ho correnti. Purtroppo il PD è governato dalle […]

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PALERMO (ITALPRESS) – “Ho lasciato il Comune, ma non ho lasciato la politica, mi sono preso un anno sabbatico perchè avevo bisogno di un anno di respiro”. Le Europee? “Sono candidabile e sono pronto a candidarmi per il PD”, ma “ho un difetto: ho consensi ma non ho correnti. Purtroppo il PD è governato dalle correnti e per i capi corrente quello che conta non è che vinca il partito, è che siano eletti i propri”. Lo ha detto l’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in un’intervista all’agenzia Italpress, in occasione della presentazione del suo nuovo libro, “Enigma Palermo”, che ripercorre allo stesso tempo la sua storia da primo cittadino e quella della città. “E’ scandaloso che i partiti di maggioranza e di opposizione abbiano cancellato la parola ‘Mezzogiornò e stanno impiccando il Mezzogiorno intorno a dei referendum sterili” come “il ponte sullo Stretto e il reddito di cittadinanza. Prima di parlare di Ponte possiamo discutere perchè per andare da Messina a Catania occorre più tempo che per andare da Napoli a Firenze?”, si chiede.
“Il PD ha vissuto 10 anni senza consenso al governo del Paese. Credo che la Meloni in questo abbia dato una lezione: se fai l’opposizione oggi, puoi governare domani”, spiega. Duro invece il suo giudizio sull’operato del governo in materia di immigrazione. “Assistiamo a un cambio di clima culturale che nega i diritti delle donne, dei deboli, dei poveri e anche dei migranti. E’ un controsenso. Proprio in questi giorni a Palermo si sta tenendo un incontro internazionale promosso dal governo italiano con i ministri dei governi africani, governi di Stati finti come la Libia e di Stati dittatoriali come la Tunisia, ai quali si delega il trattamento senza rispetto dei diritti umani dei migranti. In più, si è approvata una norma che stabilisce che il migrante arrivato in Italia può evitare di andare nei centri di raccolta pagando 5 mila euro: è uno Stato scafista, uno Stato che specula e monetizza il diritto alla sicurezza e alla vita”.
L’esperienza di Palermo invece dimostra che un altro approccio è possibile. “La rigenerazione di Palermo si deve anche ai migranti e all’accoglienza: Palermo è diventata migliore grazie ai migranti che portano” anche “le competenze tecniche e professionali, le loro lauree e che non sono soltanto i disparati dei quali parliamo, non rendendoci conto che un giorno verremo processati per il genocidio del Mediterraneo”. Orlando ha “attraversato praticamente quasi 40 anni della vita di Palermo”, con momenti “anche drammatici come le stragi di via D’Amelio e di Capaci. Lo scopo della mia vita è stato quello di ridurre l’ampiezza delle zone grigie: quando ho iniziato la mia esperienza, la città era governata dalla mafia”, ma “lentamente, superando la paura, abbiamo ridotto questa zona grigia”.
Nel suo “Enigma Palermo”, il libro scritto con Constanze Reuscher, fa il resoconto della sua “esperienza politica, ma anche l’intreccio tra la mia esperienza di vita e la città, cercando di fare un’operazione verità, cercando di spiegare quali sono i termini di questo impegno e anche di indicare una missione”, affrontando “le prospettive di futuro della città”, che “è cambiata profondamente”. E’ un libro che “certamente è stato molto duro da scrivere, è stata una specie di autoanalisi. Ovviamente parlo dei miei errori, come è giusto che sia, ma questo mi consente anche parlare degli errori degli altri” e dei “temi che sono stati al centro di polemiche spesso strumentali, ad esempio il rapporto con Giovanni Falcone”, ricorda.
Gli ultimi due anni della sua legislatura “sono stati terribili. Nel libro racconto che avevo già presentato le dimissioni a Capodanno 2021 perchè i consiglieri comunali renziani avevano lasciato la maggioranza” e “non hanno fatto opposizione, hanno fatto ostruzionismo bloccando tutto, anche il Piano Triennale delle opere pubbliche che serve a tutti, per sbloccare la spesa, per realizzare lavoro ed attività produttive”, ricorda. Poi “non mi sono più dimesso, ho strappato la lettera che avevo già scritto perchè mi sono detto che non si lascia la città in piena pandemia, in condizioni di difficoltà. Non si lascia la città perchè sta affondando”, continua. “Per quanto riguarda la mia personale carriera, forse ho sbagliato, ma voglio essere ricordato fino in fondo come un sindaco questa città l’ha amata”.


– foto Italpress –
(ITALPRESS).

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