VIDEO | Coronavirus, la pediatra Orlando: “Follow up di pazienti cronici via Whatsapp”

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Il consiglio della specialista del Santobono di Napoli: "Rivolgersi al medico di fiducia per non interrompere le terapie in atto durante l'emergenza" Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print


NAPOLI – L’emergenza coronavirus porta con sè una serie di effetti collaterali alla pandemia, dovuti soprattutto al tentativo di contenimento della diffusione del virus. Non solo i più evidenti come quello economico o quello sociale, ma ci sono anche aspetti sanitari legati alla situazione creatasi con il Covid-19, ma non causati direttamente dal virus stesso. “L’attuale emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, con una limitazione agli accessi ambulatoriali per, giustamente, limitare la diffusione del contagio, comporta due effetti sui pazienti con patologie croniche. Ai pazienti con esordio di una patologia di questo tipo è garantito – su prescrizione del pediatra curante – l’accesso alle attività ambulatoriali in urgenza che sono consentite anche in questa fase, oltre che l’accesso in pronto soccorso nei casi che richiedono assistenza medica immediata”. Il secondo tipo di effetto è “sul controllo e sul follow up dei pazienti con diagnosi di patologia cronica”. Cosi’ alla Dire Francesca Orlando, pediatra del Santobono di Napoli che si occupa di malattie reumatologiche nei bambini. Secondo i dati del Piano nazionale ciriticità del dicembre 2016 del ministero della Salute in Italia un bambino ogni 200 e’ affetto da una malattia definita cronica. “Data la situazione emergenziale il controllo di questi pazienti, necessariamente, avviene con i mezzi tecnologici che abbiamo a disposizione: email, whatsapp, telefonate. Questo determina una maggiore fiducia nel rapporto tra genitore e medico perchè ci si basa molto su quella che è l’esperienza diretta dei genitori per la valutazione clinica del bambino. Dall’altro lato, però, il genitore si sente sicuramente spaesato e più impaurito per l’impossibilità alla comunicazione diretta e alla visita specialistica”.

Orlando sottolinea anche come l’Aifa “ha prorogato per 3 mesi i piani terapeutici in scadenza permettendo così alle famiglie di evitare un passaggio e recarsi direttamente all’Asl per i medicinali”. “Il consiglio è quello di rivolgersi al medico di fiducia, allo specialista di fiducia, per non interrompere le terapie in atto e per stabilire la effettiva necessità di un controllo clinico-laboratoristico in questa fase in cui – conclude la specialista – è opportuno restare tutti a casa“.

“Il fatto che in questo momento mia figlia non abbia sintomi – spiega alla Dire la madre di una piccola paziente affetta da artrite idiopatica giovanile – e che, quindi, non abbiamo la necessità di spostarci o fare visite e controllo esponendola a rischi mi fa sentire fortunata. Vivere ogni giorno con l’ansia del contagio e degli effetti su una bimba che assume immunosoppressori è dura, ma l’idea di vivere questo momento in una situazione come quella di qualche mese fa, quando eravamo costantemente in giro fra ospedali e altro, è ancora peggio anche perchè io lavoro da casa, ma mio marito lavora in un supermercato”.

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