Questo integratore popolare soprattutto in gravidanza, può aumentare il rischio di cancro alla prostata del 163%

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Gli integratori sono utilizzati per aiutare a combattere eventuali carenze o anemie di vitamine o minerali presenti all’interno del nostro organismo. Vitamine e minerali, come ferro, calcio, vitamina C e vitamina D sono nutrienti essenziali di cui il corpo ha bisogno per funzionare correttamente. L’acido folico è uno di questi integratori che aiuta a produrre globuli rossi sani che trasportano ossigeno in tutto il corpo ed è utilizzato soprattutto dalle donne in gravidanza. Tuttavia, l’assunzione di questo specifico supplemento potrebbe causare una serie di effetti negativi, tra cui anche il cancro. (Leggi anche: Acido folico: a cosa serve e perché è importante assumerlo in gravidanza)


Gli effetti dell’acido folico

L’acido folico è la versione artificiale della vitamina B9, la quale ha un ruolo chiave nella produzione di acidi nucleici (DNA e RNA) e nel metabolismo di certi aminoacidi, entrambi fattori necessari per la replicazione cellulare. La vitamina B9 è poi fondamentale per le donne in gravidanza poiché questa vitamina tende a proteggere e favorire lo sviluppo dell’embrione. Il supplemento è usato per prevenire e trattare bassi livelli ematici di folato (carenza di folati) e alti livelli ematici di omocisteina (iperomocisteinemia).

La ricerca scientifica, però, ha dimostrato che gli integratori di acido folico sono collegati a un rischio maggiore di cancro alla prostata. In uno studio pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute è stato osservato come i pazienti che assumevano questo tipo di integratori correvano un rischio maggiore di sviluppo del cancro alla prostata rispetto a quelli che invece non ne assumevano (secondo WebMD, il rischio potrebbe essere maggiore di circa il 163%). L’aumento del rischio di sviluppo di cancro alla prostata causato da una maggiore assunzione di acido folico è stato dimostrato anche in un ulteriore studio pubblicato su BMJ Journals.

Il NHS britannico raccomanda cautela anche quando si stanno prendendo altri medicinali e consiglia di parlare con il proprio medico prima di iniziare con l’integrazione di supplementi di vitamina B9. Tra i farmaci a cui dovresti fare attenzione si ricordano:

  • il metotrexato, usato per trattare l’artrite reumatoide, il morbo di Crohn, la psoriasi e alcuni tipi di cancro;
  • fenitoina, fosfenitoina, fenobarbital o primidone, medicinali usati per trattare l’epilessia;
  • fluorouracile, capecitabina, raltitrexed o tegafur, medicinali usati per il trattamento di alcuni tipi di cancro;
  • antibiotici e altri medicinali usati per trattare o prevenire l’infezione batterica;
  • medicinali che contengono zinco;
  • sulfasalazina, un medicinale usato per trattare le infiammazioni intestinali;
  • colestiramina, un medicinale usato per ridurre il colesterolo.

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Fonti: JNCI / WebMD / BMJ Journals

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