Pizzo a casa cinematografica durante le riprese, 11 indagati a Taranto

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La banda era riuscita a imporre il servizio di guardia a mezzi e attrezzature delle troupe ma anche il monopolio sul reclutamento delle comparse Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


BARI – Delle 11 persone coinvolte nell’inchiesta condotta dai finanzieri. coordinata dalla procura di Taranto e denominata “Tabula rasa”, otto sono finite in carcere, una ai domiciliari e altre due sono state sottoposte all’obbligo di firma. Sono considerate componenti di un gruppo che nei rioni Tamburi e Tramontone della citta’ gestiva i traffici illeciti adoperando tecniche di controllo del territorio fatto di intimidazioni, minacce e armi. Le accuse a loro carico sono associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di droga e tabacchi lavorati esteri, contrabbando ed estorsioni.

Le persone coinvolte nell’inchiesta sono complessivamente 46. A capo della banda, secondo gli inquirenti, ci sarebbero due fratelli “appartenenti alla Sacra corona unita” che hanno saputo imporsi “anche nei confronti di altri gruppi criminali con violenza”. Dalle indagini e’ emerso che la banda era riuscita a imporre a una casa cinematografica impegnata nelle riprese di un film nella citta’ ionica, il servizio di guardia a mezzi e attrezzature delle troupe. Attraverso propri sodali “controllava le aree comunali dove effettuare le riprese, individuare le aree di parcheggio, interloquire con gli abitanti dei condomini interessati dalle esigenze di scena pattuendo i compensi da erogare a titolo di ristoro per evitare contrattempi per la produzione”. Cosi’, il gruppo aveva non solo soldi ma anche il monopolio sul reclutamento delle comparse, cosa che sortiva l’effetto di accrescere il prestigio e la fama del sodalizio sul territorio di competenza”, sostengono gli inquirenti che hanno accertato come due anni fa la banda avrebbe procacciato voti per le Comunali.

“La forza dell’associazione ha trovato evidenza – riferiscono gli investigatori – anche nel vedere il capo indiscusso assunto in un’azienda pubblica nonostante i precedenti penali, ricoprendo mansioni superiori a quelle spettanti in modo da poter ottenere, in soli 10 anni, una progressione dal I al VI livello e assumendo potere anche nei confronti delle societa’ private di cui condizionava le scelte in forza dell’incarico ricoperto, oltre che della riconosciuta pericolosita’ criminale”. È stata accertata la responsabilita’ del gruppo anche in un episodio di danneggiamento della linea ferroviaria: atto compiuto per “screditare una societa’ di vigilanza che aveva ottenuto l’appalto sulla linea ferroviaria Martina Franca – Taranto a discapito della societa’ in cui era impiegato un componete del gruppo”.

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