Mafia, scoperti dopo 25 anni i mandanti dell’omicidio di Mico Geraci

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Tempo di Lettura: 2 minuti PALERMO (ITALPRESS) – Identificati i due mandanti dell’assassinio del sindacalista della Uil Mico Geraci, ucciso a colpi d’arma da fuoco l’8 ottobre 1998, davanti alla sua abitazione di Caccamo, sotto gli occhi della moglie e del figlio Giovanni. Si tratta di due esponenti della famiglia mafiosa di Trabia, già detenuti per altro, indiziati di avere, […]

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PALERMO (ITALPRESS) – Identificati i due mandanti dell’assassinio del sindacalista della Uil Mico Geraci, ucciso a colpi d’arma da fuoco l’8 ottobre 1998, davanti alla sua abitazione di Caccamo, sotto gli occhi della moglie e del figlio Giovanni. Si tratta di due esponenti della famiglia mafiosa di Trabia, già detenuti per altro, indiziati di avere, su impulso del boss Bernardo Provenzano, commissionato e pianificato l’assassinio. Entrambi sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
La Direzione Distrettuale di Palermo, infatti, è riuscita a ricostruire minuziosamente quell’efferato delitto definito, per molto tempo, “senza verità e giustizia”. Le numerose indagini svolte, sia nell’immediatezza dei fatti, da parte della Procura di Termini Imerese sia, successivamente, in seguito alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Nino Giuffrè, da parte della Procura di Palermo, infatti, non consentirono di delineare le dinamiche e il contesto dell’omicidio. In tempi più recenti, la Commissione parlamentare Antimafia della XII legislatura si è occupata del caso, dedicandovi un’apposita inchiesta poi conclusasi con la trasmissione all’Autorità Giudiziaria di una relazione contenente nuovi spunti di approfondimento.
A sua volta, la Procura presso il Tribunale di Palermo, nel solco del suo costante impegno per la ricostruzione dei gravi crimini rimasti impuniti, ha dato un ulteriore impulso alle attività investigative fino ad acquisire inediti elementi di prova che hanno permesso sia l’individuazione, con elevata probabilità, dei mandanti dell’omicidio e dei suoi esecutori materiali, sia di collocare l’assassinio nell’ambito delle strategie fondamentali dell’associazione Cosa nostra e, dunque, dei suoi massimi esponenti. E’ stato accertato che Mico Geraci fu ammazzato per il suo impegno civico e politico (“cioè si era schierato apertamente, in certi discorsi, contro la famiglia mafiosa di Caccamo”), rivelandosi particolarmente scomodo per i consolidati assetti mafiosi di quel territorio, così da suscitare l’intervento e la reazione dello stesso Bernardo Provenzano che, personalmente, ne ordinò la soppressione. In data odierna, pertanto, la Procura di Palermo ha delegato, al Reparto Operativo – Nucleo Investigativo dei Carabinieri del Comando provinciale di Palermo, l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’omicidio aggravato di Domenico Geraci.
Il provvedimento riguarda due esponenti della famiglia di Trabia, già detenuti per altro, indiziati di avere, su impulso del capomafia corleonese, commissionato e pianificato l’assassinio.
L’omicidio venne materialmente realizzato da due giovani, poi entrambi morti ammazzati, uno dei quali, peraltro, ucciso ad opera degli odierni destinatari dell’ordinanza cautelare.
– foto: screenshot da video ufficio stampa Carabinieri –
(ITALPRESS).


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