La transizione digitale delle imprese italiane ancora non decolla

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Tempo di Lettura: 3 minuti ROMA (ITALPRESS) – La transizione digitale delle imprese ancora non decolla. Lo sottolinea l’Istat nel report “Imprese e Ict – anno 2023”, dove si evidenzia che “nell’ambito della digitalizzazione il comportamento delle imprese viene valutato rispetto a 12 caratteristiche specifiche che contribuiscono alla definizione dell’indicatore composito denominato Digital Intensity Index 1 (DII), utilizzato per identificare […]

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ROMA (ITALPRESS) – La transizione digitale delle imprese ancora non decolla. Lo sottolinea l’Istat nel report “Imprese e Ict – anno 2023”, dove si evidenzia che “nell’ambito della digitalizzazione il comportamento delle imprese viene valutato rispetto a 12 caratteristiche specifiche che contribuiscono alla definizione dell’indicatore composito denominato Digital Intensity Index 1 (DII), utilizzato per identificare le aree nelle quali le imprese italiane ed europee incontrano maggiori difficoltà. Nel 2023, con riferimento ai 12 indicatori per classe di addetti, i divari maggiori si riscontrano, a scapito delle PMI (imprese con 10-249 addetti), nelle attività che richiedono maggiore competenza specialistica come per l’analisi di dati (25,7% le PMI e 74,1% le grandi imprese) e in quelle più legate alla complessità organizzativa e dimensionale come per l’utilizzo di software gestionali (ERP e CRM) (rispettivamente 41,4% e 85,0%; 18,5% e 53,4%); seguono l’utilizzo più intensivo di social media (almeno due) (28,0% e 55,0%) e quello dei servizi più sofisticati di cloud computing (54,6% e 80,1%)”.
Rispetto al 2022 si mantiene stabile (46,8%) la quota di PMI nelle quali più del 50% degli addetti hanno accesso a Internet per scopi lavorativi. Si capitalizza così, evidenzia l’Istat, il notevole incremento registrato rispetto al 2019 anche nella quota di addetti delle PMI (55,7%) che utilizzano dispositivi connessi a Internet (53,9% nelle grandi imprese con almeno 250 addetti).
La banda larga fissa con velocità almeno pari a 30 Mbit/s è utilizzata dall’84,8% (82,8% nel 2022) delle imprese 10+ contro il 96,9 (96,1% nel 2022) di quelle più grandi. Ancora più distanti le quote per connettività ad almeno 1 Giga, rispettivamente 13,2% e 30,1% (nel 2022 erano rispettivamente 13,2% e 27,1%).
Il DII (riferito alle sole PMI con un livello DII “di base”) è uno dei sub-indicatori della transizione digitale delle imprese previsto nel programma “Bussola digitale 2030” 2 con uno specifico target (90% da raggiungere entro il 2030). Nel 2023 il 60,7% di imprese con 10-249 addetti si colloca a un livello base di digitalizzazione (adozione di almeno quattro attività digitali su 12), ma appena il 21,3% si colloca a livelli definiti almeno alti dell’indicatore. Al contrario, il 91,1% delle imprese con almeno 250 addetti raggiunge un livello almeno base e il 68,1% anche quello almeno alto.
I 12 indicatori considerati nel DII non sono neutrali rispetto alle attività economiche svolte dalle imprese: è evidente una correlazione positiva tra le quote relative a indicatori di connessione, in termini di diffusione dell’uso di Internet tra gli addetti (tra le imprese 10+, il 47,1% ha oltre il 50% degli addetti connessi a Internet) e di velocità di banda larga ad almeno 30 Mbit/s (84,8%), di utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale (5,0%), di acquisto di servizi di cloud computing (61,4%) con le imprese appartenenti al settore dei servizi di informazione e comunicazione (J, rispettivamente 96,7%, 97,1%, 21,0% e 83,7%), della fornitura di energia (D, 80,7%, 94,1%, 16,3% e 78,4%) e delle professioni tecniche (M, 95,1%, 97,2%, 9,2% e 80,6%).
Altri indicatori sono più correlati con attività rivolte al mercato come l’utilizzo dei social media (57,3% delle imprese 10+) e le vendite online (13,5%) nel caso dei settori del commercio (G, rispettivamente 69,2% e 19,7%), alloggio e ristorazione (I, 85,3% e 30,9%).
Per quanto riguarda le famiglie, come rivela l’indagine “Aspetti della Vita Quotidiana”, nel 2023 il tasso di diffusione di Internet tra le residenti in Italia con almeno un componente
di 16-74 anni è del 91,9% e, continua a essere un valore pressochè in linea con la media Ue27 (93% nel 2023). Se si estende l’analisi a tutte le famiglie, senza tener conto dell’età dei componenti, la quota di quelle che dispongono di un accesso a Internet è pari all’84,1% (+1 punto percentuale sull’anno precedente). Supera di oltre 5 punti percentuali il divario tra il Centro-nord e il Mezzogiorno quanto a disponibilità di accesso a Internet da casa.
Nel 2023 il 79,5% della popolazione di 6 anni e più ha usato Internet nei tre mesi precedenti l’intervista, il 77,8% l’ha usato almeno una volta durante la settimana e il 67,5% si connette giornalmente. L’uso d’Internet ha raggiunto livelli prossimi alla saturazione in gran parte della popolazione. Oltre il 91% delle persone tra gli 11 e i 54 anni si è connessa alla Rete negli ultimi tre mesi, la quota scende invece al 60,4% tra le persone di 65-74 anni, per arrivare al 24,7% tra la popolazione di 75 anni e più.


– foto indagine Istat –
(ITALPRESS).

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