E venne il giorno del giudizio… su Mario Draghi

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L'editoriale di Nico Perrone per Dire Oggi Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print


ROMA – Mario Draghi è intervenuto e le sue parole scuotono i palazzi della politica nazionale. L’ex presidente della Bce ha chiesto agli Stati di agire subito contro il virus anche facendo più debito perché ci troviamo di fronte ad una guerra: la sfida è «come agire con sufficiente forza e velocità per prevenire che una recessione si trasformi in una prolungata depressione, resa ancora peggiore da una pletora di default che lasciano danni irreversibili».

E il dibattito si è acceso subito, complice l’intervento che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha svolto oggi in Senato. Anche il premier ha detto che ci aspetta «una recessione dura e severa con i caratteri di uno shock duro e simmetrico sul continente europeo». Di qui l’invito all’Unione europea a non perdere tempo e a valutare la possibilità di mettere in campo un provvedimento comune di spesa per fronteggiare il crollo economico. Conte ha detto che ad aprile arriverà un nuovo decreto con altri 25 miliardi di euro per famiglie, imprese e lavoratori, che si sommano ai 25 miliardi già stanziati questo mese.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, non ha perso l’occasione per attaccare il premier proprio usando Draghi: «Mi si permetta di ringraziare il presidente Draghi per le sue parole. È caduto il mito del non fare debito. Draghi dice che si può fare debito ma non per assistenza. Benvenuto presidente Draghi. Ci serve l’aiuto di tutti e anche il suo. Sono contento di questa intervista e di quello che potrebbe nascere da questa intervista», ha detto Salvini. Insomma, suona come una vera e propria investitura per un possibile Governo di unità nazionale, quando passata l’emergenza sanitaria ci ritroveremo a fronteggiare le macerie della nostra economia.

Gli è andato subito dietro Matteo Renzi, leader di Italia Viva: «Mario Draghi le indica la strada, quando dice che certo bisogna fare debito ma bisogna farlo per dare liquidità alle piccole e medie imprese perché rischiano di morire… noi ci siamo. Ma ci siamo dicendole che o adesso siamo in condizione di immaginare il futuro economico o faremo lo stesso errore dei ritardi che sono stati fatti nella gestione dell’emergenza sanitaria».

Nel Pd di un futuro governo di unità a guida Draghi non ne vuol parlare nessuno, ma corre sottotraccia. E qualcuno ricorda un altro momento difficile della nostra storia, quando l’ex Governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, dal 1993 al 1994 prese la guida del Governo per far uscire il Paese dai guai e dopo qualche anno da ministro del Tesoro fu eletto presidente della Repubblica.

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