Donna del 2019, Radio Maria ti vede così

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Nessuna donna (purtroppo!) partorisce più con dolore, verrebbe da esclamare parafrasando la celebre citazione tratta dal terzo libro della Genesi. O almeno questo sembra suggerire il sibillino memecondiviso dal profilo Facebook di Radio Maria il 6 giugno pomeriggio (cancellato il giorno dopo e ripubblicato con un altro testo, ma sotto trovate l’immagine). A meno che qualcuno, privo di malizia, non ci voglia leggere una battaglia per l’adozione di gattini randagi. Omnia munda mundis, aggiungiamo proseguendo sul filone delle massime religiose.


Ma andiamo con ordine, perché immaginiamo che i deboli di cuore leggendo il primo paragrafo siano incappati in un’extrasistola cardiale: ebbene sì, questi sono i tempi in cui viviamo, tempi in cui persino il profilo Facebook dell’emittente cattolica più famosa d’Italia crea pseudo-meme utili a fomentare subdolamente sterotipi di genere che sopravvivono nella mente di quello zoccolo duro di follower etichettabili come scaricatori seriali di punti esclamativi.

Notate qualcosa di strano?”, chiede – in realtà con caps lock inserito – nel lancio del disegno uno stagista social media manager che di sicuro deve aver frequentato un po’ troppi campi estivi gestiti dai preti. No, nulla – rispondiamo – se non che le donne che amano gli animali nella rappresentazione paiono preferire star ferme, mentre avere bambini apparentemente costringe a lunghe camminate.

In verità l’immagine è autoesplicativa, sia per il messaggio che tenta di veicolare – una sorta di storia del mondo femminile vulvocentrica, in cui la donna è vista come produttrice di pargoli dalla cui procreazione dipende la sua realizzazione personale (e il lavoro? Tutti i restanti e sfaccettati aspetti dell’esistenza? Trascurabili, parrebbe) – sia per quanto riguarda il tentativo di far leva su luoghi comuni che toccano una quantità di stereotipi intrecciati a gomitolo (i gatti, di nuovo!) che richiederebbe migliaia di battute districare: l’immagine della gattara, l’abbandono della responsabilità, la decadenza dei costumi, la discesa agli inferi (segnalata addirittura da un eloquente carboncino scuro), ad libitum. Insomma, tutto ciò che va contro il buon senso, a favore del senso comune. Che la saggezza di Natalia Aspesi ci assista.

I commenti al post di Radio Maria, alla fine, sono forse l’unico risvolto positivo del pasticcio (qualcuno risponde alla domande retorica del lancio del social media manager dicendo “sì, che il disegnatore non sa fare i padri”) ma dobbiamo ricordare che la lettura sarcastica non è che una rappresentazione parziale del Paese Reale™. Perché questa brezza di Medioevo che ci fa sorridere è la mimetica rappresentazione del sentimento di una fetta di popolazione (e di elettorato, ça va sans dire) che esiste e combatte con(tro) noi.

Una volta chiarito tutto questo, il profilo Facebook di Radio Maria si dimostra una fonte inesauribile di sorprese: dalla lotta contro le macchine-bare “che uccidono in pochi minuti, passando all’asta di statue di madonne per finanziarsi, e alle “Mariatone”, ovvero le maratone di preghiera nel mese della Madonna (complimenti al copywriter), per poi finire coi consigli per il dress code della domenica, questi sì, una vera catabasi lungo il dirupo del disagio.

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