D’amato: “Test rapidi fondamentali per scovare pazienti affetti da epatite C”

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Lo sostiene l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, interpellato dall'agenzia Dire sul tema in occasione della sesta tappa del progetto HAND che si è svolto oggi a Roma

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ROMA – “Nel Lazio investiamo molto per la cura dell’epatite C, perchè oggi sappiamo che una cura è possibile ed è quindi fondamentale effettuare test diagnostici, anche rapidi, sui soggetti a maggior rischio”. Lo ha detto l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, interpellato dall’agenzia Dire sul tema in occasione del corso di formazione ECM sulla gestione dei tossicodipendenti con Epatite C organizzato dal provider Letscom E3 con il contributo non condizionante di AbbVie, che si è svolto oggi a Roma. Il corso, dal titolo ‘Buone prassi e networking nella gestione dell’epatite C in soggetti con disturbo da addiction, al tempo del Coronavirus’, rientra nell’ambito del progetto ‘HAND – Hepatitis in Addiction Network Delivery’, il primo progetto pilota di networking a livello nazionale patrocinato da quattro societa’ scientifiche (SIMIT, FeDerSerD, SIPaD e SITD), che coinvolge i Servizi per le Dipendenze e i relativi Centri di cura per l’HCV afferenti a diverse città italiane. “Negli ultimi anni le terapie antivirali per la cura dell’HCV hanno fatto passi da gigante e sono sempre più efficaci– ha proseguito D’Amato- Tali terapie oggi ci permettono infatti di eradicare il virus in tutti i pazienti e con effetti collaterali sempre minori. Ma si può sempre migliorare. Bisogna per esempio impegnarsi sempre di più per far emergere il ‘sommerso’, cioè per andare a scovare tutte quelle persone infette ma che ancora non sanno di esserlo”. In questo senso il progetto ‘HAND’, mettendo in collegamento i Ser.D. con i centri di cura per l’Hcv, secondo l’assessore alla Sanità può “dare una mano”, ha commentato l’assessore, che infine ha ricordato che nel 2019 i pazienti affetti da epatite C curati dal sistema sanitario regionale con i nuovi farmaci “sono stati 15.499 unità. Un risultato davvero importante che cambia la vita dei pazienti“, ha concluso D’Amato.

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