Con il nuovo vaccino europeo di CureVac all'orizzonte una cosa è certa: l'arsenale vaccinale contro il Covid si andrà potenziando sempre di più nei prossimi mesi. Certo, l'Europa targata Ue sembra essere finora in ritardo nella produzione di un proprio vaccino, ma la mancanza potrebbe essere presto colmata dall'arrivo di un vaccino a mRna del quale la Ue ha prenotato 450 milioni di dosi. Sviluppato dall’azienda tedesca di biotecnologie CureVac, il vaccino CVnCoV è in una fase avanzata della sperimentazione clinica a seguito di studi condotti sulla sicurezza e sulla tollerabilità.

La tecnologia del vaccino

I vaccini messi a punto contro il Sars-CoV-2, per dire in sintesi, utilizzano due tecnologie: a mRna oppure a vettore virale. Il vaccino CureVac utilizza l'Rna messaggero, in pratica contiene una molecola con le istruzioni per produrre la proteina Spike del coronavirus. Le cellule dei soggetti che ricevono il vaccino “leggono” queste istruzioni e rilasciano la proteina che viene riconosciuta dal sistema immunitario come un estraneo da attaccare: in questo modo si innesca la risposta immunitaria ovvero, in caso di contagio Sars-Cov-2, essendo riconosciuta la proteina Spike utilizzata dal virus per aggredire e infettare l'organismo è neutralizzata.

Quando sarà disponibile

Per conoscere i risultati sull'efficacia dovrebbero mancare poche settimane – anche se, con le attuali procedure, il processo di revisione già avviato presso l'agenzia del farmaco europea a febbraio è continuo (rolling review) e si attendono dunque i nuovi dati del secondo trimestre da utilizzare per procedere verso l'approvazione. Approvazione che – si stima – potrebbe arrivare a maggio-giugno, e che potrebbe dotare le campagne di immunizzazione di un nuovo vaccino.

Cosa significherebbe per l'Italia

Per i Paesi Ue e per l'Italia, un nuovo vaccino garantirebbe l'accelerazione delle campagne di immunizzazione, che in Gran Bretagna e Usa hanno già interessato oltre la metà della popolazione adulta consentendo lo spegnimento dell'epidemia e l'allentamento delle restrizioni. Il candidato vaccino tedesco sarebbe il terzo con tecnologia mRna, la stessa dei vaccini Pfizer o Moderna; inoltre sarebbe agevolato da una non elevata temperatura di conservazione, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 gradi. L’accordo con la Commissione europea è già stato firmato e in Italia dovrebbero arrivare in totale quasi 30 milioni di dosi; sulla base del piano messo a punto dal commissario per l’emergenza, il gen. Francesco Paolo Figliuolo, in Italia potrebbero arrivare oltre 7 milioni di dosi entro giugno – dipendendo i tempi anche dall'approvazione da parte dell'Ema – ma entro settembre dovrebbero essere a disposizione 14 milioni di dosi. Mentre le altre 16 milioni di dosi potrebbero arrivare tra la fine dell’anno e il primo trimestre del 2022, salvo inconvenienti: numeri che consentirebbero di fatto di completare la campagna.

I vaccini italiani

In Italia è anche in corso la fase 2 di sperimentazione del vaccino Grad-CoV-2 messo a punto da Reithera, azienda farmaceutica di Castel Romano (Roma), che si basa su vettore virale con adenovirus appositamente modificato per far sì che non si possa replicare una volta iniettato nell’organismo umano. L’adenovirus ha lo scopo di trasportare l’informazione genetica necessaria per far produrre la proteina Spike la quale poi si prevede che nel corpo umano stimoli la generazione di anticorpi qualora la persona vaccinata venisse in seguito a contatto con il virus. Lo studio è coordinato dall'Istituto Spallanzani di Roma e alla fase 2 partecipa l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Tuttavia la sterzata della Ue per privilegiare in futuro vaccini a mRna potrebbe tradursi in un impegno a produrre in Italia un vaccino con questa tecnologia. Fra gli obiettivi del governo Draghi c'è quello di riconquistare un'autonomia nel settore e produrre vaccini nel territorio nazionale, tuttavia sono necessari bioreattori e investimenti: il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha dato rassicurazioni in merito e sono in corso colloqui del suo dicastero con aziende farmaceutiche per le partnership necessarie all'Italia per produrre vaccini a mRna.

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