Violenza psicologica: 5 segnali per capire se qualcuno ti sta manipolando

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Avrete sicuramente sentito parlare di manipolazione psicologica ma cos’è esattamente? La terapeuta e life coach californiana Sharie Stines, specializzata in abusi e relazioni tossiche, ha spiegato al Time che si tratta di “una strategia emotivamente malsana utilizzata da persone incapaci di chiedere ciò che vogliono e di cui hanno bisogno in modo diretto“. 


Si è occupato a lungo dell’argomento anche George K. Simon, dedicandovi il libro “In Sheep’s Clothing: Understanding and Dealing with Manipulative People“. Esperta di manipolatori anche la psicologa Harriet B. Braiker, autrice di libri a tema fra cui “Who’s Pulling Your Strings?: How to Break the Cycle of Manipulation and Regain Control of Your Life“.  (Abuso emotivo: 5 tattiche di manipolazione che spesso passano inosservate)

Traendo ispirazione dai loro libri e dai suggerimenti in essi forniti, abbiamo individuato 5 segnali (che ovviamente non sono gli unici) per capire se qualcuno vi sta manipolando

Ti riempie di complimenti (fasulli)

Secondo Harriet B. Braiker, i manipolatori spesso ricorrono ai complimenti, ma si tratta di lodi fasulle e superficiali. Se notate sorrisi forzati e attenzioni che vi appaiono eccessive, potreste avere a che fare con uno di loro. Ovviamente dipende dai casi e dal tipo di legame che avete con la persona, ma meglio fare attenzione. A quale scopo lo fanno? Per conquistare la vostra fiducia e creare un legame. (Leggi anche: La trappola di chi vuole manipolarci con l’adulazione)

Fa leva sulle tue paure per indurti a fare o non fare qualcosa 

Intimidazioni, minacce, parolacce sono tipiche del manipolatore “bullo”, come lo definisce Sharie Stines. Lo scopo? Fare in modo che la vittima non lo contraddica e/o obbligarla a fare o non fare qualcosa facendo leva sulla paura. 

Ti fa sentire in colpa anche se non dovresti 

La psicologa Harriet B. Braiker evidenzia, tra gli atteggiamenti tipici del manipolatore, il ricatto emotivo che induce la vittima a sentirsi in colpa anche se non ne ha motivo. O ad avere paura di qualcosa. Questo tipo di manipolatore, che Sharie Stines definisce “vittima”, utilizza le minacce in modo meno diretto e più subdolo del “bullo”, sebbene lo scopo sia il medesimo. Avere il controllo! 

Un’altra tattica usata per far sentire in colpa l’altro consiste nel distorcere le parole della vittima, dirottando a proprio piacimento le conversazioni, o facendola sentire come se avesse fatto qualcosa di sbagliato. Suscitando così un falso senso di colpa o di difesa. I manipolatori difatti incolpano sempre e non si assumono mai le responsabilità, sostiene la Stines. 

Se non condividi la sua opinione, può reagire in modo insolitamente duro

Il manipolatore non ama essere contraddetto e sebbene tenda a nasconderlo, lo si può smascherare facilmente. Basta dichiarare apertamente un punto di vista diverso dal suo per scatenare la rabbia. Che potrebbe sfogare sia in modo duro che sfruttando l’arma dell’ironia. Un’ironia decisamente di cattivo gusto. 

Fa piaceri solo per avere qualcosa in cambio

Il manipolatore non fa piaceri per generosità, ma per tornaconto personale. In una qualunque relazione, che sia sentimentale o di amicizia, non concede nulla se non per ottenere qualcosa in cambio, non per forza qualcosa di materiale. 

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