Vaccini anti-Covid: quanto si è protetti dopo aver ricevuto la prima dose? Ecco cosa dicono gli studi

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Cresce il numero delle persone che hanno ricevuto il vaccino anti-Covid nei vari Paesi del mondo. In Italia sono circa 55 milioni i cittadini vaccinati, ma la maggior parte ha ricevuto ancora soltanto la prima dose. Negli Stati Uniti, invece, i vaccinati con la prima dose sono più di 179 milioni. E sono in tanti a domandarsi quanto siano effettivamente protetti dal Covid nel caso in cui non sia stato completato il ciclo vaccinale. 


In realtà i dati relativa all’efficacia dei vaccini dopo la somministrazione della prima dose non sono chiarissimi e molto dipende dal tipo di vaccino, oltre che da elementi soggettivi. Recentemente la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha pubblicato delle percentuali relative alla protezione che offre la prima dose dei vaccini autorizzati negli Stati Uniti e in Europa. Scopriamo il loro grado di efficacia in base ai dati disponibili.

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Pfizer-BioNTech: protezione all’80%

Secondo i documenti della FDA statunitense, il vaccino Pfizer offrirebbe un’efficacia del 52,4% contro il Covid entro i primi 11 giorni dalla somministrazione della prima dose. In base a quanto riportato da Stephen Evans, professore di statistica medica della London School of Hygiene & Tropical Medicine, gli studi nel mondo reale indicano in modo piuttosto chiaro che una singola dose di vaccino di Pfizer porti ad una protezione pari almeno dell’80% e probabilmente migliore del 90%. E a ciclo vaccinale completato le persone sarebbero protette al 100% dal rischio ospedalizzazione e decesso. 

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Moderna: protezione all’80%

Invece, il vaccino Moderna dovrebbe offrire un’efficacia maggiore rispetto al Pfizer, pari al 69,5% tra la prima e la seconda dose, anche se non è chiaro quanto una singola dose possa proteggere dai casi più gravi in quanto poche le indagini non hanno preso in considerazione pazienti che avevano contratto la malattia in forma acuta. E, come riportato dal professore Evans, i dati nel mondo reale mostrano un’efficacia di almeno l’80% e probabilmente migliore del 90% contro l’infezione dopo una singola dose. 

AstraZeneca: protezione oltre il 70%

Per quanto riguarda il vaccino AstraZeneca, occorre subito dire che i dati disponibili sono più incerti. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista The Lancet, una singola dose avrebbe un’efficacia del 76% contro l’infezione sintomatica per almeno 90 giorni, mentre la protezione da ricoveri ospedalieri sarebbe del 100%, ma i numeri sono troppo esigui per essere considerati rilevanti. Come confermato anche dal professor Evans, quindi, in base agli studi disponibili, una singola dose offrirebbe una protezione di almeno del 70%.

Johnson & Johnson (monodose): protezione al 66%

Una percentuale di efficacia meno confortante è quella che riguarda il vaccino Janssen di Johnson & Johnson. Secondo quanto riportato dalla FDA americana, la protezione dall’infezione si innesca a partire dal 14esimo giorno dalla somministrazione del vaccino monodose e arriva al 66,1% di efficacia a 28 giorni. Tuttavia, le percentuali variano in base alla variante di Covid predominante: quando sono stati effettuati i test, negli Usa l’efficacia era del 72%, in Sudafrica del 64%, in Brasile del 68%.

Naturalmente gli studi sull’efficacia dei vaccini sono ancora in corso. Al momento gli scienziati stanno cercando anche di capire se i vaccini disponibili siano utili per proteggere dalle varianti, in particolare la variante Delta per cui pare sia necessaria anche la seconda dose per essere neutralizzarla. Inoltre, è  importante ricordare che la risposta di ogni soggetto al vaccino dipende anche dal proprio sistema immunitario. 

Fonte: FDA/Business Insider/Centre for Disease Control and Prevention

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