Tutti all’assalto del premier, Conte come il generale Custer?

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L'editoriale del direttore Nico Perrone per Direoggi

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ROMA – Volano parolacce, critiche e rilievi. La decisione presa dal Governo e presentata dal premier Giuseppe Conte di chiudere più o meno l’Italia a seconda del colore regionale sta suscitando una forte reazione dei presidenti di Regione, soprattutto di chi non vuol finire col cartellino rosso.

In prima fila c’è il Governatore della Lombardia, il leghista Attilio Fontana, che qualche maligno vede sempre pronto a seguire gli inviti allo scontro col Governo nazionale del leader della Lega, Matteo Salvini. A quanto si apprende da fonti della Lega in Lombardia questo atteggiamento di Fontana è poco comprensibile: “Il Governatore- spiega un leghista- spara contro la decisione del Governo e poi si legge che Vittorio Demicheli, direttore sanitario dell’Agenzia della Salute della città metropolitana di Milano invece è d’accordo col Governo, anzi vorrebbe misure più drastiche…”.

Sul versante politico nazionale, stando a quanto dicono alcuni Dem, “ancora una volta il premier Conte è riuscito a svicolare, a scaricare la patata bollente delle future decisioni sul ministro della Salute, Roberto Speranza. Sarà lui, ogni settimana sulla base dei dati, a stabilire se si continua così, si stringe o si allarga. Ma per quanto ancora Conte potrà mettersi da parte? Ora anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è dovuto scendere in campo a prendere l’iniziativa politica per mettere qualche toppa nei rapporti tra Governo e Regioni e tra Governo e Parlamento… chiaro che non è possibile continuare così”.

Stasera il premier Conte, pressato da giorni, ha ceduto ai partiti di maggioranza e così ci sarà il famoso vertice chiesto da Matteo Renzi e Nicola Zingaretti. “Non si parlerà di rimpasto o di questioni politiche, ma di come affrontare l’epidemia”, tengono a precisare fonti di area governativa. Possibile? Pochi ci credono, comunque sarà l’occasione per Italia Viva e il Pd di chiedere con forza che si decida subito di prendere i 37 miliardi del Mes da mettere a disposizione del nostro sistema sanitario che, in più regioni, sta mostrando preoccupanti segni di cedimento. Ecco, almeno su questo punto, per Conte sarà difficile continuare a rimandare.

Per quanto riguarda altri temi politici, da più parti si comincia a parlare della necessità di arrivare ad un cambio del presidente della Conferenza delle Regioni. Ora la presiede Stefano Bonaccini del Pd, ma in molti cominciano a parlare di Luca Zaia, il presidente del Veneto eletto a furor di popolo. E con un presidente come Zaia a capo di 14 regioni guidate dal centrodestra per il Governo nazionale si annunciano confronti non proprio sereni.

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