“Troppe fabbriche aperte”, oggi scioperi in tutta Italia

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"L'elenco delle aziende che restano aperte è più che raddoppiato rispetto all'accordo che avevamo preso sabato", dice la leader della Fiom, Francesca Re David. "La salute deve essere al centro" Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print


ROMA – “Dopo l’incontro di sabato tra governo, imprese e sindacati era stato fatto un elenco di produzioni non essenziali. Ieri nel decreto emanato dal governo l’elenco è stato più che raddoppiato. Non è necessario produrre a ciclo continuo e riempire i magazzini di prodotti che non vengono venduti. Non sono indispensabili le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa”. Così la leader della Fiom, Francesca Re David a Omnibus.

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La sindacalista sottolinea che è “impossibile pensare di sconfiggere il virus se non si chiudono le attività produttive non essenziali. Sono in corso già oggi iniziative di sciopero su tutto il territorio nazionale, la mobilitazione dei metalmeccanici continuerà finché non verranno fornite dal governo le i misure necessarie alla protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori dell’industria”.

I sindacati “non hanno il potere di chiudere le fabbriche, è il governo che deve intervenire in questo senso. La Fiom sta facendo accordi con le imprese per le fermate e le riduzioni delle attività produttive con l’utilizzo della cassa integrazione. Chiediamo- conclude Re David- al governo che venga messa al centro la salute dei lavoratori. Se i lavoratori si ammalano, si ammalano i cittadini”.

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ORLANDO: TROPPE FABBRICHE APERTE? SE SERVE CORREGGERE DL

“I servizi essenziali hanno agganci in settori che essenziali non sono, come la filiera alimentare che è assolutamente essenziale ma ci sono filiere connesse come gli imballaggi”. Cosi’ il vice segretario del Pd, Andrea Orlando, a Rai News24, che osserva che il governo può avere allargato le aperture “per questi motivi. Se ci si è allargati oltre- conclude- si può correggere il decreto, non possiamo che muoverci per approssimazioni”.

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