Sociale, domani a Montecitorio la protesta delle mamme caregiver: “Chiediamo dignità”

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Con il Covid "tutti i servizi per la disabilita' sono venuti meno e sono stati tradotti a distanza. Ve la immaginate la fisioterapia o la logopedia a distanza?" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


ROMA – “Domani, alle 14.30, saremo a piazza Montecitorio. Siamo congiunti, mamme, papa’, sorelle, caregiver di figli disabili, che si sono trovate a vivere nella drammaticita’ del lockdown una situazione aggravata e per questo chiediamo una legge giusta e domani, e non e’ affatto semplice per noi, saremo in piazza per chiedere dignita’ e perche’ si riconosca la nostra funzione sociale. Abbiamo atteso ogni DPCM sperando di essere considerati. E invece tutti, persino i monopattini, prima di noi”. All’agenzia Dire, Mariella Tarquini, mamma di due figli, Alice di 14 anni e Raffaele, disabile, di 7 anni e mezzo, annuncia cosi’ l’appuntamento a Montecitorio, spiegando il rammarico di essere costretti a manifestare per vedere riconosciuta la propria “funzione sociale”.

Domani infatti, 22 luglio, e’ “l’ultimo giorno per poter presentare emendamenti al DDL 1461, Nocerino, incardinato al Senato, in Commissione Lavoro sui caregiver familiari” e per questo insieme a Mariella, in piazza, ci saranno tanti come lei che si sono organizzati nel gruppo spontaneo dei caregiver familiari Comma 255, nato da un “tam tam in rete e ora- come racconta- diventato un appuntamento quotidiano su Zoom, dopo aver bussato a lungo per vedere un riconoscimento della nostra figura sociale”.

Lo spiega con tanti particolari, tratti dalla vita di ogni giorno, questa mamma caregiver cosa voglia dire occuparsi di un figlio disabile, soprattutto nelle situazioni di maggiore gravita’: “Vuol dire avere un impegno h24, assorbente, che va oltre la genitorialita’, perche’ questi nostri figli richiedono presenza assidua anche quando non si e’ fisicamente presenti. Ci e’ richiesta- precisa- una funzione di coordinamento con la scuola, i terapisti, gli operatori per costruire una rete di supporto. Nell’infanzia e’ un conto, ma quando crescono puo’ essere peggio perche’ non tutti i disabili in eta’ adulta riescono ad accedere a un centro diurno“.

E le famiglie monogenitoriali? “Puo’ diventare difficile- racconta Mariella- persino farsi una doccia”. Con il Covid “tutti i servizi per la disabilita’ sono venuti meno e sono stati tradotti a distanza. Ve la immaginate la fisioterapia o la logopedia a distanza?”.

Il documento presentato dal gruppo lo spiega molto bene questo ruolo sociale: ‘L’emergenza COVID-19 ed il conseguente lock down hanno messo in luce quanto lo Stato italiano conti sulla presenza del caregiver Familiare. Nessun servizio alla persona con disabilita’, indifferibile in quanto figlio di un diritto dell’individuo, avrebbe potuto essere sospeso od interrotto se non ci fossero stati i caregiver…. A fronte di questo, nel momento emergenziale COVID 19, si e’ consolidato caregiver Familiari Comma 255 che si batte per il completamento del riconoscimento della figura giuridica del caregiver Familiare e delle indennita’ e tutele conseguenti, iniziato con la legge 205/17′.

La vita di Mariella, fatta di passioni, amici e viaggi, con l’arrivo del secondo figlio, a 40 anni, e la scoperta all’improvviso della disabilita’, quando a 3 anni il piccolo ha smesso di parlare, e’ stata stravolta, ma accanto a quel “tunnel” e’ nata la ricerca di “capire quali speranze e quali diritti- come lei stessa scrive- questo Stato potesse offrire a mio figlio“.

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