Sip Calabria: “Proporremo borse regionali di specializzazione”

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Lo ha dichiarato Domenico Minasi, presidente dell'Associazione pediatri ospedalieri italiani (Aspoi) e della sezione Calabria della Società italiana di Pediatria (Sip) Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print ROMA – “Come puo’ una scuola di specializzazione garantire un buon turnover”, se in Calabria “ci sono solo 3 borse all’anno per Pediatria?” A lanciare la provocazione e’ Domenico Minasi, presidente dell’Associazione pediatri ospedalieri italiani (Aspoi) e della sezione Calabria della Societa’ italiana di Pediatria (Sip). Per risolvere l’annosa questione della carenza dei pediatri che affligge anche la Calabria, come Sip regionale “solleciteremo la nostra Regione al finanziamento di borse di studio aggiuntive a quelle che il ministero dell’Universita’ e della Ricerca finanzia. Spero che la proposta in Regione venga accolta”. L’ideazione delle nuove borse di studio regionali, pero’, “passa per una condizionalita’- puntualizza l’esperto- Chi accedera’ al finanziamento dovra’ poi rimanere nel territorio per un determinato numero di anni, cosi’ da garantire una presenza in ambito ospedaliero”. I tre grandi hub (Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, ndr) non sono messi male”, la criticita’ e’ sperimentata piuttosto “dai piccoli ospedali con punti nascita annessi, che soffrono molto piu’ degli altri, e a cui si aggiunge- continua il presidente Aspoi- la mancanza di appeal nei confronti degli giovani specialisti, che cercano soluzioni piu’ organizzate e anche rassicuranti per il proprio impegno personale”. Il lato positivo della pediatria calabrese riguarda invece “la competenza degli specialisti. Dall’inizio degli Anni 2000 rispetto ad adesso, si e’ ridotto in maniera drastica l’indice di migrazione sanitaria. C’e’ ancora- continua Minasi- una migrazione consistente ma spesso e’ legata a patologie chirurgiche che in Calabria non sempre riusciamo a gestire”. In ogni caso, a detta del pediatra, “il dato testimonia un miglioramento qualitativo e quantitativo nella risposta alla salute dei bambini calabresi”. L’impasse che schiaccia la regione, dunque, sembra essere “una volonta’ di crescita- conclude Minasi- limitata dall’impossibilita’ di garantire il turnover che avremo dovuto avere gia’ in passato“. La regione, infine, si e’ difesa piuttosto bene dall’emergenza sanitaria Covid-19, e Minasi commenta: “Devo dire che siamo stati fortunati”, sia dal punto di vista epidemiologico che “nell’arrivare dopo altre regioni. Questo ci ha consentito di elaborare percorsi organizzativi molto efficienti” che, in finale, hanno portato alla strutturazione di “due posti di terapia intensiva pediatrica per ciascuno dei grandi hub calabresi: Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria”. LEGGI: VIDEO | Mancano i pediatri, età media avanzata è buco nero per l’assistenza Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


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