Sanremo, Diodato “Vivo con leggerezza il mio ritorno al festival”

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Tempo di Lettura: 2 minuti MILANO (ITALPRESS) – Quattro anni dopo la vittoria con “Fai rumore”, Diodato torna al Festival di Sanremo con “Ti muovi”. “Quando ho sentito i violini dell’arrangiamento ho capito che ero riuscito a raccontare l’abbandono e la gioia emotiva e mi sono reso conto che l’Orchestra di Sanremo avrebbe nobilitato il brano”, racconta il cantautore. “A […]

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MILANO (ITALPRESS) – Quattro anni dopo la vittoria con “Fai rumore”, Diodato torna al Festival di Sanremo con “Ti muovi”. “Quando ho sentito i violini dell’arrangiamento ho capito che ero riuscito a raccontare l’abbandono e la gioia emotiva e mi sono reso conto che l’Orchestra di Sanremo avrebbe nobilitato il brano”, racconta il cantautore. “A quel punto ne ho parlato serenamente con i miei collaboratori perchè tornare al Festival dopo “Fai rumore” poteva essere una responsabilità. E’ una situazione che, però, sto vivendo con leggerezza e sono molto contento di partecipare”, continua il cantante. Che tipo di responsabilità? “Non m’interessa il confronto tra i due pezzi. Vivo “Ti muovi” come un passaggio necessario: sono sereno e spero di rimanere così per i prossimi 10 giorni. L’unica cosa che mi fa pensare è che “Fai rumore” è diventato un brano importante per tante persone, mi piacerebbe capitasse anche stavolta”, sottolinea.
“”Ti muovi” è una ballad nata quando mi sono interrogato su una cosa che stava nascendo dentro di me. Ho sentito il riemergere di alcune sensazioni che pensavo di avere superato, una perdita di equilibrio che è naturale affrontare muovendosi. Credo che rappresenti ciò che sono in questo momento della mia vita, la mia visione del fare musica e di liberarmi ancora di più”, spiega Diodato che ha scritto testo, musica e arrangiamento del brano curandone la produzione artistica con Tommaso Colliva. “Il testo è un dialogo con qualcuno, ma anche con se stessi. Credo ci sia un messaggio di speranza, quello di vivere pienamente una sensazione”, aggiunge il cantautore che nella serata del venerdì ospiterà Jack Savoretti con cui duetterà su ‘Amore che vieni, amore che vaì di Fabrizio De Andrè, uno dei brani che hanno ispirato il suo percorso. “In questo voler raccontarmi ho voluto ritornare all’inizio di un viaggio: stavo scrivendo il mio primo album e mi resi contro che mi sentivo rappresentato dalle parole di quella canzone”, racconta Diodato che ne fece un singolo scelto poi da Daniele Luchetti per la colonna sonora di ‘Anni Felicì.
“Portandolo all’Ariston ripercorro questi dieci anni e ricordo anche i 25 anni dalla scomparsa di De Andrè. Per il duetto è venuto subito fuori il nome di Savoretti: le sue origini genovesi e il suo amore per De Andrè mi hanno fatto pensare che fosse una buona idea proporglielo”, spiega il cantautore che all’Ariston ha esordito 10 anni fa tra i giovani con ‘Babilonià. “Spero di essere cresciuto da allora, di affrontare il Festival con meno ansia e di avere sul palco una faccia più tranquilla di allora (sorride) – aggiunge -. Quella è stata comunque un’esperienza meravigliosa, A Sanremo eravamo in 18, tutti quelli che avevamo creduto nel mio progetto e ci siamo divertiti”. Anche stavolta, rivela Diodato, “c’è una bella aria, come quella di un festival estivo in cui ci si incontra. Certo, avvicinandosi la gara le cose poi si trasformeranno”, dice. “Se sento la gara Io non sono per nulla competitivo e non credo che la musica debba esserlo. La competizione è sempre con se stessi. Ogni forma d’arte è una testimonianza di un vissuto, una sorta di appuntamento”, riflette Diodato cui piacerebbe farsi presentare “da qualche amico”, e allo stesso modo presentare degli amici. “Chi? Diciamo Negramaro o Mahmood!”.
-foto ufficio stampa Diodato-
(ITALPRESS)


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