Quanto è inquinata l’aria nella tua città? L’emergenza smog e traffico torna a livelli pre pandemia

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La tregua dal traffico e dallo smog è durata troppo poco, giusto i mesi del primo lockdown dello scorso anno. Ma a partire dalla seconda metà del 2020, la situazione è precipitata di nuovo e il tasso di inquinamento è tornato a crescere e rischia di tornare ai livelli pre-pandemia. E nelle grandi città come Milano i valori delle concentrazioni degli inquinanti hanno subito addirittura un rialzo rispetto al 2019. È quanto emerge dal Rapporto MobilitAria 2021, realizzato dal Kyoto Club e dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche. Come segnalato dal report, gli sforzi che stanno facendo alcune città per essere più sostenibili rischiano di essere vanificati dalla crisi del trasporto pubblico e dalla sospensione delle Ztl. 


“L’esplosione della pandemia da covid-19, all’inizio dello scorso anno, aveva inizialmente ridotto il traffico delle città e di conseguenza anche l’inquinamento” – si legge nel rapporto MobilitAria, pubblicato oggi – “Ma nella seconda metà dell’anno le emissioni legate al settore della mobilità sono tornate ad aumentare, con il rischio di un ritorno al business as usual pre-covid. I centri grandi e medi si riorganizzano per essere sempre più “green” puntando su reti ciclabili, micromobilità e sul trasporto pubblico. Tuttavia, la crisi che sta vivendo il trasporto pubblico, la sospensione delle Ztl vanifica parte degli sforzi messi in campo. I dati non aiutano a lasciar ben sperare la rincorsa contro il tempo verso la decarbonizzazione delle città italiane che faticheranno sempre più ad essere in linea con le altre capitali europee: entro il 2030 tutto il Vecchio Continente dovrà tagliare il 55% delle emissioni climalteranti. Ma a questo ritmo il target rimane irraggiungibile.”

Il rapporto analizza i dati della mobilità e della qualità dell’aria nel 2020 nelle 14 città metropolitane e nelle 22 città medie italiane che hanno approvato il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. 

I livelli di inquinamento nelle città italiane

Per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), in tutte le città si registra una riduzione delle concentrazioni, ad esclusione della sola città di Milano, che ha riportato un incremento del 7% rispetto all’anno precedente.

“Tale decremento è connesso con la riduzione delle emissioni del comparto mobilità soprattutto nei primi mesi di lockdown dovuto alla epidemia da covid-19” spiegano gli autori del report MobilitAria. Le maggiori riduzioni delle concentrazioni medie sono state rilevate nella città di Cagliari (-38%) e Catania (-37%) a cui segue Palermo con un -31% rispetto al 2019.

Invece, nelle città le polveri fini denominate PM10 superano più di 35 volte il limite giornaliero nell’arco di un anno a partire da Torino (98 superamenti), Milano (90), Venezia (88), Napoli (57) e Cagliari (38). “Anche Bologna e Roma, dopo rispettivamente 2 e 3, anni tornano a superare il limite” si legge nel report. Fortunatamente, le concentrazioni di PM2,5 non indicano criticità per nessuna delle città analizzate.

Che sforzi hanno fatto le città per promuovere la mobilità urbana sostenibile?

Il rapporto MobilitAria analizza anche i provvedimenti intrapresi dalle amministrazioni comunali delle 14 città metropolitane italiane nel corso del 2020. Durante lo scorso hanno diverse città hanno puntato alla promozione della mobilità sulle due ruote e molte amministrazioni hanno potenziato i percorsi ciclabili, grazie anche alle nuove regole del Codice della Strada. Tra i casi virtuosi vi sono: Torino (+ 11 km), Milano (+ 67 km), Venezia (+18 km), Bologna (+ 16 km), Genova (+25 km), Roma (+ 33 km), Palermo (+ 4 km), Cagliari (+ 11 km).

Il 2020 è stato soprattutto l’anno della sharing mobility

“In primis si deve segnalare un exploit della micromobilità, che ha esordito lo scorso anno: Torino ha aumentato con la sua del 14% mentre a Milano (3750 mezzi), Bari (1000), Napoli (1050) è stato avviato il servizio” – si legge nel report – Dall’altra parte, si segnala una diminuzione del car sharing in quasi tutte le città, mentre il bike sharing, in sostanza, ha tenuto. Per il car sharing e bike sharing si è registrata una diminuzione a Milano, Genova, Firenze, Roma, mentre vi è stato un aumento a Torino, Venezia, Genova, Firenze, Palermo.”

È necessario investire più risorse nella mobilità sostenibile per ridurre l’inquinamento

Gli sforzi fatti da molte città italiane, però, da soli non bastano per contrastare i livelli di inquinamento. Ora è più che mai necessario l’intervento delle istituzioni per intraprendere azioni concrete ed efficaci.

“Le città e la mobilita urbana continuano ad essere i grandi assenti nel PNRR, anche in quello presentato dal Governo Draghi” – dichiara Anna Donati, coordinatrice del gruppo di lavoro “Mobilità sostenibile” del Kyoto Club –” Davvero insufficienti le risorse dedicate alle nuove reti tramviarie, metropolitane (3,6 mld) e per nuovi autobus (3 mld), limitate le risorse per la mobilità ciclabile (600 milioni), che non colmeranno il grave deficit attuale, come dimostra il Rapporto Mobilitaria 2021. Per gli investimenti ferroviari, a cui il PNRR conferisce 26 miliardi, si dedica alle reti locali regionali e ai pendolari solo il 30% delle risorse, mentre il resto è impiegato per l’Alta Velocità, in particolare per il nord. Resta marginale l’obiettivo della elettrificazione dei trasporti. Il PNRR del Governo Draghi non costituisce una strategia efficace per la svolta, verso la mobilità urbana e la decarbonizzazione dei trasporti. C’è da augurarsi che dal confronto in corso, dai progetti che saranno presentati, dal Fondo Complementare, dall’ulteriore fondo per investimenti di 26 mld annunciato dal Presidente Draghi, sia possibile riequilibrare la spesa verso la mobilità sostenibile delle nostre città”.

Fonte: MobilitAria

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