Perché Kim Jong-un si è fatto ritrarre in sella a un cavallo bianco su una montagna sacra?

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Una grande operazione che meraviglierà il mondo”: questo il sobrio programma imminente del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, almeno secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa statale Kcna in accompagnamento a una serie di scatti del dittatore a cavallo sul monte Paektu (scatti che riportiamo nella nostra gallery qui in alto). Kim è stato ritratto – con un cappottino d’ordinanza – in sella a un cavallo bianco sullo sfondo innevato delle montagne del suo paese, come una specie di strambo editoriale su un magazine d’alta moda.


Il Paektu è il rilievo più alto della Corea del Nord, considerato sacro e importante per la dinastia di Kim. Qui il dittatore si era già recato prima di importanti iniziative, come nel 2017, quando vennero poi annunciate le prime storiche aperture verso la Corea del Sud.

Il tema equestre è un classico dell’iconografia macistico-patriarcale, e da Napoleone a Putin, fino al paffuto leader asiatico, è stato utilizzato per lanciare messaggi propagandistici.

Cosa aspettarsi in questo caso? Secondo B.R. Myers, professore dell’università di Dongseo in Corea del Sud ed esperto di propaganda nordcoreana, questo genere di immagini vuole rappresentare un leader che protegge la purezza culturale e ideologica della nazione dalle corrotte forze esterne. Secondo l’analista Joshua Pollack, la visita a cavallo è un «simbolo di sfida», mentre Laura Bicker, su Bbc, ha sostenuto che Kim potrebbe non tenere fede alla promessa di rinuncia ai test missilistici e nucleari.

Insomma, da qualsiasi prospettiva la si guardi, quell’uomo a cavallo non promette nulla di buono.

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