Padri in movimento: Poma e l’inganno del buon padre di famiglia

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DEPRESSIONE

"Ha ucciso per vendicarsi dell'ex e condannarla a sopravvivere mutilata"

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ROMA – “Leggere nuovamente tra le pagine dei quotidiani che la causa di questo efferato omicidio/suicidio e’ attribuibile alla separazione e’ l’ennesima accusa strumentale e uno scarica barile nei confronti dei padri separati per non ammettere che esiste un problema molto piu’ grande che in tanti, forse troppi, fanno finta ancora di non vedere”. Cosi’, in una nota, Jakub Stanislaw Golebiewski, fondatore e presidente di ‘Padri in movimento‘. “L’ultimo grave episodio e’ avvenuto solo tre mesi fa a Lecco, un papa’ ha ucciso i suoi bambini e si e’ tolto la vita. Un nuovo analogo episodio nella notte di domenica scorsa nel torinese. Stessa dinamica, stesso risultato, la distruzione di vite innocenti per mano di ‘padri-Medea’. La tragedia si e’ consumata nella notte di domenica scorsa, in cui un uomo di 47 anni ha utilizzato una pistola illegalmente detenuta per uccidere il figlio di 11 anni per poi, con la stessa arma, togliersi la vita. Prima di uccidere e uccidersi- ricorda il presidente di Padri in movimento- aveva scritto un lungo post di risentimento su Facebook, in cui elencava una serie di problemi psicologici e fisici dei quali la ex-moglie, secondo lui, nel corso degli anni di matrimonio non si sarebbe mai presa cura. Il post si conclude con un passaggio agghiacciante di lucida follia che lasciava presagire il compimento di un gesto drammatico: ‘Non potevo stare senza di lui e nemmeno lui senza di me. Partiamo per un lungo viaggio dove nessuno ci potra’ dividere, lontano da tutto, lontano dalla sofferenza. D’ora in poi Iris potrai goderti la tua vita da solitaria, ció che hai sempre voluto fare’.

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“Parole- sottolinea Golebiewski- che riportano a una sorta di testamento morale dai toni puramente vendicativi e rancorosi in cui l’uomo descrive se stesso come vittima, in pieno stile pater familias, infatti uccidendosi assieme al figlio ha ucciso anche la ex-moglie. Forse questo era l’intento. L’ha condannata a una morte lenta, lasciandola sopravvivere agonizzante, mutilata nel cuore perche’ qualcuno le ha strappato l’unico figlio, quel bambino che doveva essere protetto da un genitore che, invece, si e’ trasformato nel suo carnefice. Un uomo cosi’ non po’ essere definito padre, ma un assassino che ha agito lucidamente in pieno stile ‘regolamento di conti’ con la ex-moglie. C’e’ poco da commentare su questa tragedia, rimane tantissimo dolore e tristezza”. E conclude: “Come associazione che ha per mission la tutela del minore in nome di una sana bigenitorialita’ nel rispetto di entrambe le figure genitoriali, sappiamo bene che da soli non potremmo mai farcela a fermare le gravi azioni coperte dall’inganno del buon padre di famiglia, percio’ occorre che al piu’ presto politici, psichiatri, psicologi, sociologi, assistenti sociali, educatori, pedagogisti, pediatri, avvocati inizino a farsi un profondo esame di coscienza perche’ anche se indirettamente, sono tutti responsabili quando viene ucciso un bambino di soli 11 anni per mano di un genitore”

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