Operaio positivo all’ex Ilva, Melucci: “Necessario fermare gli impianti”

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L'uomo si era sentito male nella notte tra venerdì e sabato. L'Usb attacca: “È la conseguenza di decisioni scellerate prese senza tutelare la salute degli operai" Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print


BARI – È risultato positivo al Covid19 l’operaio dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto che nel corso del turno di lavoro nella notte tra venerdì e sabato scorsi, si è sentito male ed è tornato a casa. La Asl ha disposto indagini per risalire ai contatti avuti dall’uomo. A quanto si apprende di turno con lui c’erano altre quattro persone. Il reparto Pgd (produzione di ossigeno) è stato sanificato.

“È chiaro che si tratta della conseguenza di decisioni scellerate prese senza tutelare la salute degli operai”, dice alla Dire Franco Rizzo, segretario di Usb Taranto che commenta la positività al Covid19 dell’operaio. “Stiamo scrivendo all’azienda- aggiunge il sindacalista- per sapere se è stato sanificato lo spogliatoio in cui l’operaio si è cambiato e se è stato avvisato il tassista chiamato per riaccompagnarlo a casa”.

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MELUCCI: OPERAIO POSITIVO, NECESSARIO STOP IMPIANTI

“Avevamo chiesto al Prefetto di Taranto, sin dai primi casi di contagio nella nostra provincia, di assumere decisioni sull’ex Ilva per contrastare il coronavirus. Purtroppo le nostre preoccupazioni sembrano essersi rivelate fondate. Invochiamo decisioni immediate e definitive a tutela dei lavoratori dello stabilimento siderurgico e delle loro famiglie”. È quanto dichiara Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto subito dopo aver appreso la notizia della positività al Covid19 di un operaio del siderurgico.

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“Il gestore evidentemente non sta operando con la stessa energia e restrittività con la quale stiamo operando noi nei confronti della città- prosegue il sindaco-. L’attività dell’ex Ilva non è essenziale e, per altro, entro poche settimane ArcelorMittal deve comunque provvedere al fermo di molti impianti per effetto della nostra ordinanza sindacale sulle emissioni inquinanti. Non c’è davvero alcun motivo valido per andare avanti. Altro che minimo tecnico”. Melucci poi chiede alla Asl ionica l’impegno a “fornirci dati tempestivi e approfonditi. I tarantini non possono vivere nel limbo”.EGGI A

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