Mogol “Dobbiamo essere nobili, non miseri”

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Tempo di Lettura: 2 minuti GIFFONI (SALERNO) (ITALPRESS) – “La sua voce unica, le sue parole, hanno accompagnato generazioni (…) La sua musica e la sua lettura del tempo, dei sogni, della vita sono patrimonio del presente e ricchezza inestimabile per il futuro. Un artista senza confini. Il premio di Giffoni è per lui ed è dedicato a tutti i […]

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GIFFONI (SALERNO) (ITALPRESS) – “La sua voce unica, le sue parole, hanno accompagnato generazioni (…) La sua musica e la sua lettura del tempo, dei sogni, della vita sono patrimonio del presente e ricchezza inestimabile per il futuro. Un artista senza confini. Il premio di Giffoni è per lui ed è dedicato a tutti i giovani che amano e ameranno intensamente la sua arte”, con queste parole Giulio Repetti, in arte Mogol, è stato premiato oggi al Giffoni Film Festival da Alfonsina Novellino, presidente dell’Associazione Aurea. L’artista in un toccante incontro con i ragazzi ha parlato di spiritualità, musica e vita. “La vita deve avere un obiettivo, quello di aiutare gli altri – dice -. Non bisogna sopraffare o approfittare di chi ha bisogno, sarebbe miserabile. Noi dobbiamo conquistarci l’autostima. Possiamo essere miserabili o nobili, dipende solo da noi, siamo noi a decidere chi essere. Noi non ci portiamo via niente, se non la ricchezza individuale che sappiamo costruirci. Se capiamo questo, non abbiamo più paura neanche della morte perchè accendiamo la luce”.
Ai giovani giurati ha poi raccontato la nascita della canzone “L’Arcobaleno” – cantata poi da Adriano Celentano su musica di Gianni Bella – e la sua esperienza spirituale legata ad essa. “Una donna che si qualificò come una medium e professoressa di italiano a Barcellona, telefonò alla mia segretaria e le riferì di aver parlato con il defunto Lucio Battisti, il quale voleva scrivessi una canzone dal titolo “l’Arcobaleno”. Io non diedi peso a quelle parole, anzi, mi negai alle sue successive chiamate, ma da allora l’arcobaleno si presentò più volte nella mia vita”. In auto, nelle foto, nelle parole, fino a convincerlo che “Questo mi ha convinto del fatto che noi non perdiamo l’identità quando moriamo, ma cambiamo solo dimensione, possiamo entrare nei sogni, nei pensieri. Sarei un deficiente a dire cose non vere ma bisogna credere nell’aldilà e soprattutto e che l’importante nella vita è arrivare ad avere autostima verso se stessi. Dobbiamo essere nobili”, ha concluso tra gli applausi e la commozione dei ragazzi.


foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

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