Lockdown selettivo: lo studio shock che suggerisce di isolare solo gli anziani

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Il numero di contagiati in Italia e in generale nel resto del mondo continua a crescere. I numeri sono elevati e si parla di nuovi lockdown. Ma secondo un nuovo studio condotto dall’Istituto per gli studi di politica internazionale si potrebbe cercare di ritardare un nuovo lockdown, isolando gli anziani.


Un’analisi che sta facendo discutere ma secondo l’Ispi i numeri sarebbero a favore di questa soluzione. Molti paesi europei si stanno avvicinando a un nuovo lockdown, dalla Francia alla Germania che darà il via a un lockdown parziale da lunedì.

“Siamo dunque tutti alla costante ricerca di un compromesso in cui si perda il minor numero di vite possibile, tenendo al contempo in considerazione la qualità e la speranza di vita di chi sopravvive” spiega l’Ispi.

L’Istituto è partito da una considerazione: i Paesi europei, Italia compresa, non possono permettersi un secondo lockdown per non minare ulteriormente la stabilità finanziaria degli Stati.

Non basta neanche l’immunità di gregge

Secondo lo studio, non è possibile fare affidamento sulla cosiddetta “immunità di gregge”, facendo circolare liberamente il virus e infettare un numero talmente alto di persone (poi immuni), circa il 70%, per rallentare la circolazione virale fin quasi a bloccarla.

“Nel caso italiano, ciò implicherebbe circa 42 milioni di contagiati e tra i 430.000 e i 700.000 decessi in più per il solo obiettivo di rallentare la circolazione virale. Un numero di decessi simile sarebbe equivalente ad attendersi tra il 65% e il 110% di decessi in più rispetto a un anno-tipo (nel 2019 i decessi in Italia sono stati 647.000, ovvero circa l’1,1% della popolazione). Decisamente troppi. Senza contare la pressione sul nostro sistema sanitario” proseguono gli autori dello studio.

E non vi è certezza sulla durata dell’immunità.

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Isolare gli anziani per ritardare un nuovo lockdown

E arriva anche questa discutibile soluzione che gli stessi autori definiscono tutt’altro che una panacea ma solo una “strategia per ritardare il più possibile il momento in cui si dovesse rendere necessario un nuovo provvedimento restrittivo e tragico del calibro di un lockdown e, allo stesso tempo, si volesse contenere significativamente la pressione sul sistema sanitario”: è il cosiddetto isolamento selettivo e riguarderebbe le fasce di popolazione più a rischio.

I ricercatori sono partiti dai numeri: in Italia l’82% dei deceduti per Covid aveva più di 70 anni e il 94% ne aveva più di 60 anni:

“La letalità plausibile del virus cresce esponenzialmente con l’età, uccidendo meno di 5 persone su 10.000 nella fascia d’età 30-39 anni, ma oltre 7 persone ogni 100 tra gli ultra-ottantenni”.

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Se il 70% della popolazione italiana si contagerà, la mortalità diretta causata dal virus sarebbe pari allo 0,8% della popolazione facendo quasi raddoppiare il tasso di mortalità annuo del 2019:

“Aggiungendo il probabile sovraccarico delle terapie intensive, i decessi salirebbero intorno all’1% e l’età mediana delle persone decedute scenderebbe notevolmente” prosegue lo studio. Per evitare conseguenze tragiche di questo tipo, una volta che l’epidemia ha aggirato i controlli e sta risalendo la curva esponenziale, è praticamente inevitabile un lockdown che costringe a fermare la gran parte delle attività lavorative, infliggendo un pesante colpo economico al Paese”.

Da qui l’idea di isolare solo le persone pià anziane con un lockdown selettivo in base all’età. Secondo lo studio, basterebbe isolare gli ultra-ottantenni per dimezzare o quasi la mortalità diretta del virus. Isolando anche gli ultra-sessantenni, la mortalità scenderebbe allo 0,07%, dieci volte inferiore. In altre parole si potrebbero salvare 43.000 persone.

Ciò si ripercuoterebbe anche sulla popolazione più giovane:

“Anche in uno scenario di diffusa circolazione virale nella popolazione più giovane, si scenderebbe da un eccesso di mortalità diretta per Covid-19 di 460.000 persone senza isolamento, a 120.000 (-74%) se si isolassero gli ultra-settantenni e a 43.000 (-91%) se si isolassero gli ultra-sessantenni. È come dire che la mortalità totale nel corso di un anno solare in Italia aumenterebbe del 71% senza isolamento, ma solo del 18% con isolamento degli over-70, e appena del 7% con isolamento degli over-60”.

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“Di certo l’isolamento selettivo non sarebbe, da solo, una soluzione al problema della saturazione degli ospedali. Ma renderebbe ogni livello di contagio notevolmente più sostenibile, perché sia il numero massimo delle persone che necessiterebbero di terapia intensiva, sia la velocità di riempimento dei posti a disposizione sarebbero nettamente inferiori” concludono gli scienziati.

I dubbi

Un’analisi che però solleva molti dubbi e interrogativi. Davvero è utile isolare gli anziani? E se anche lo fosse, è tecnicamente possibile? Molti infatti vivono insieme ai figli o a persone di una fascia d’età differente. Si tratterebbe inoltre di chiedere loro di non uscire di casa e di rimanere da soli per lunghi periodi. Pensare di trasferirli nei cosiddetti “Covid-hotel” rischierebbe di aggravare la situazione e dare luogo a eventuali contagi di massa.

La solitudine a cui andrebbero incontro sarebbe, forse, altrettanto pericolosa del virus che da mesi ci tiene sotto scacco.

Fonte di riferimento: Ispi

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