Lockdown, gli adolescenti stressati si rifugiano nel web

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Elena Bozzola, segretario nazionale della Società italiana di pediatria, lancia l'allarme: l'isolamento ha effetti sulla salute mentale dei giovani

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ROMA – “L’isolamento forzato può avere effetti negativi sulla salute mentale di soggetti fragili quali sono gli adolescenti. Può accrescere il carico di ansia e stress e indurli a rifugiarsi nel mondo virtuale di internet in modo diverso rispetto agli stili abituali”. A dirlo è Elena Bozzola, segretario nazionale della Società italiana di pediatria (Sip), in occasione della Giornata internazionale degli studenti. La pediatra affronterà il tema ‘Adolescenti e web ai tempi del Covid-19’ nel corso del congresso straordinario digitale ‘La pediatria italiana e la pandemia da Sars-Cov-2’, organizzato dalla Sip e in programma il 27 e 28 novembre.

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Il rischio di un eccessivo utilizzo del web “è sempre presente- evidenzia la pediatra- così pure quello di fruizione di programmi violenti, quali Blu Whale”. L’altro rischio evidenziato dal segretario Sip è che “i social non diventino socializzanti ma possano rappresentare un problema per gli adolescenti. Studi scientifici recenti- dice Bozzola- hanno documentato la depressione soprattutto tra i ragazzi più grandi (15-18 vs 11-14), in relazione allo stato d’ansia dei genitori e alla riduzione delle ore di sonno.

L’ESERCIZIO FISICO COME ANTIDOTO

L’esercizio fisico di contro ha rappresentato un buon antidoto contro la depressione. Un’attività lieve/moderata per 3 volte alla settimana si è visto che poteva alleviare la depressione in 6-12 settimane in chi già depresso”, dice Bozzola. “Il vuoto dato dall’assenza di svaghi e dall’apatia può comportare un abuso della tecnologia– precisa la pediatra- per cui è sempre importante stabilire delle regole e dei limiti. Le parole d’ordine per cui tutto possa funzionare restano sempre programmazione e supervisione”.

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Ma c’è anche un lato positivo. “Nel periodo di forzata ‘reclusione’ dovuta al diffondersi del virus Covid-19, l’uso dei social network e di internet in generale è ciò che ha permesso ai ragazzi il contatto con gli amici e con i nonni– evidenzia Bozzola- ha permesso di seguire le lezioni on line senza perdere l’anno scolastico, rivelandosi un’ottima risorsa per il reperimento di informazioni se usata nel modo corretto evitando di cadere nella trappola della disinformazione”, sottolinea il segretario Sip. Inoltre “i ragazzi si sono dimostrati interessati a capirne di più sulla propria salute, tanto che addirittura il 18% vorrebbe dedicarsi a studi in medicina (vs 7% prima lockdown). Sul web hanno apprezzato tante iniziative di tour virtuali di musei e gallerie, diffuse sulle piattaforme da loro seguite, quali Tik Tok e Instagram”, conclude la pediatra.

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