Libia, grande rischio di gravi ripercussioni da violenze in Sudan

Condividi

Tempo di Lettura: 2 minuti TRIPOLI (LIBIA) (ITALPRESS/MNA) – La Libia rischia di essere gravemente colpita dal conflitto in Sudan se le autorità non intraprendono azioni urgenti. Il Sudan è il terzo paese più grande dell’Africa e ciò che accade è importante, per i suoi vicini e per il resto del mondo. Il severo monito è arrivato dal capo dell’Autorità […]

Loading

Condividi
Tempo di Lettura: 2 minuti

TRIPOLI (LIBIA) (ITALPRESS/MNA) – La Libia rischia di essere gravemente colpita dal conflitto in Sudan se le autorità non intraprendono azioni urgenti. Il Sudan è il terzo paese più grande dell’Africa e ciò che accade è importante, per i suoi vicini e per il resto del mondo. Il severo monito è arrivato dal capo dell’Autorità per l’organizzazione e l’amministrazione militare nel sud della Libia, Abdelsalam Al-Busaifi. Ha affermato che gli scontri in Sudan avranno un impatto sulla situazione in Libia a meno che non vengano prese misure rapide e serie per evitare tali ripercussioni. Al-Busaifi ha fatto appello alle autorità dell’est e dell’ovest, affinché contengano rapidamente la situazione, chiudano i confini e assegnano forze militari per proteggerli e prevenire qualsiasi infiltrazione, oltre a utilizzare aerei da ricognizione all’aeroporto di Al-Kufra nel sud-est della Libia. Ha anche sottolineato che la regione sud-orientale adiacente alle regioni settentrionali del Sudan sarebbe la più colpita se gli scontri si estendessero alla Libia. Ha detto che c’è il timore che gli scontri militari in Sudan possano sviluppare in una guerra a lungo termine e ha sottolineato che la Libia dovrebbe seguire la decisione del Ciad di chiudere tutti i confini. Da sabato mattina, la capitale sudanese Khartoum è teatro di aspri scontri tra l’esercito sudanese, che è sotto l’autorità del capo del Consiglio Sovrano, Abdel Fattah Al-Burhan, e le Forze di supporto rapido, che sono sotto il controllo di Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemetti. I due militari al centro della crisi hanno entrambi prestato servizio sotto il precedente presidente, Omar al-Bashir, fino a quando si sono rivoltati contro di lui nel 2019, dopo mesi di proteste a favore della democrazia. Hanno un gran numero di truppe; Burhan ha l’esercito regolare – circa 120.000 uomini – mentre l’Rsf ne ha ben 150.000, con una spaventosa reputazione di violenza. Facevano parte di un’amministrazione di transizione che avrebbe dovuto aprire la strada a un governo democratico, ma nel 2021 il Generale Burhan ha organizzato un colpo di stato militare, mettendo tutto in attesa.(ITALPRESS).


Photo Credits: www.agenziafotogramma.it

Loading