La nascita della Olivetti “Programma 101”: come un team di under 35 ideò il primo pc al mondo (Video)

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Il gruppo di progettisti della Olivetti “P101”: Pier Giorgio Perotto, Giovanni De Sandre, Gastone Garziera, Giancarlo Toppi – courtesy Gastone Garziera

Nell’empireo delle imprese tecnologiche italiane, un posto di rilievo è sicuramente occupato dallo sviluppo del Programma 101 di Olivetti, noto anche come P101. Un’impresa che ha i contorni di un epico cervellotico, orchestrato da una squadra di giovani under 35, animati da un irrefrenabile spirito innovativo. Il P101 è riconosciuto universalmente come il primo personal computer al mondo, e la sua genesi s’innesta perfettamente nel fiorire dell’innovazione degli anni ’60.


Era un’epoca in cui le limitazioni della tecnologia esistente non erano viste come barriere invalicabili, ma piuttosto come trampolini di lancio verso l’ignoto. La squadra, guidata dall’ingegnere Pier Giorgio Perotto, si confrontò con sfide che oggi possiamo solo immaginare. Il miraggio era quello di creare un dispositivo capace di svolgere calcoli complessi, costare il meno possibile e andare oltre la semplice esecuzione delle quattro operazioni aritmetiche fondamentali.

La transizione dal germanio al silicio permise di ottenere maggiore affidabilità e velocità nei circuiti elettronici. Un singolo gate in logica RTL (Resistor Transistor Logic) consentiva di eseguire tutte le operazioni necessarie, semplificando enormemente l’architettura della macchina.

Ricordiamo la sostanziale rivoluzione portata dalle memorie a linea magnetostrittiva: differenti dalla memoria RAM, queste lavoravano su un principio FIFO (First in/First out). Queste memorie si dimostrarono chiave nell’incremento di capacità richiesta, ma anche un punto dolente in termini di immediatezza nell’accesso e stabilità.

Programma 101 – prospettiva macchina senza scocca protettiva – ph. Fabrizio Aimar

La vera innovazione fu l’intuizione di Perotto di rendere il P101 una macchina programmabile, utilizzando un linguaggio simbolico di 15 istruzioni, un’interfaccia utente intuitiva per l’epoca e la gestione di numeri decimali con virgola flottante. Ciò permise al P101 di espandere le sue potenzialità oltre le semplici quattro operazioni, spaziando in applicazioni matematiche più complesse come la risoluzione di equazioni di secondo grado.

Una pietra miliare nella realizzazione del P101 fu senza dubbio l’espediente dei salti indirizzati per la programmazione, una soluzione brillante che ridusse la complessità della manutenzione dei programmi e incrementò l’intuitività dell’uso della macchina.

Infine, va ricordato l’ingegnoso sistema di memoria persistente basato su cartoline magnetiche, l’antenato del moderno floppy disk e, per estensione, della chiavetta USB. È grazie a questa innovazione che il P101 diventò un dispositivo completo, con la capacità di memorizzare e richiamare programmi a piacimento.

La “Perottina”, così ribattezzata in onore del suo creatore prima di ricevere il nome ufficiale di P101, si rivelò un prodotto che cambierà per sempre il corso della storia informatica, dimostrando che anche in Italia si poteva eccellere nell’innovazione digitale. Fu il frutto di una sinergia perfetta tra visione, ingegneria e coraggio; una macchina che, per dimensioni ed eleganza, trovò il suo apice nel design di Mario Bellini, diventando un’icona del “Made in Italy” tecnologico.

Il Programma 101 della Olivetti è l’esempio lampante di come l’audacia intellettuale di un gruppo di giovani talenti, sostenuti da una cultura aziendale illuminata, possa rivoluzionare non solo un’industria ma l’intero avvicinamento della società alla tecnologia.

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