La moglie: o me o la sanità calabrese, e Gaudio si dimette da commissario
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Nicola Perrone
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17/11/2020
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segreteria.direzione@dire.it
L'editoriale del direttore Nico Perrone per DireOggi
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ROMA – Arrivano le giornate no. E’ quella di oggi per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è una di quelle brutte brutte. Anche se per un momento sembra di stare su Scherzi a parte.
Al centro, la questione della nomine del nuovo commissario per rimettere a posto la sanità in Calabria. Dopo la figuraccia degli ultimi due commissari, costretti a dimettersi per aver detto delle assurdità, la questione sembrava risolta: ieri sera con tanto di comunicato Palazzo Chigi, il Governo, rendeva noto di aver nominato commissario l’ex rettore della Sapienza di Roma, Eugenio Gaudio, affiancato da Gino Strada, il fondatore di Emergency.
Poche ore è la nomina di Gaudio salta. Infatti, si è saputo, la moglie non ci pensa proprio a trasferirsi al Sud, per questo il povero marito, che non se l’è sentita di aprire una crisi familiare, ha mollato l’incarico. Non basta, passa qualche ora è pure Gino Strada saluta Governo e Consiglio dei ministri.
Grande nervosismo, e tensione. Ancora una polemica, stavolta col segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che stavolta ha bombardato il premier Conte. Ieri sera, infatti, dopo aver atteso per ore di confrontarsi con il presidente del Consiglio, quando questi alla fine è arrivato si è trovato su una diretta facebook senza saperlo, ed è nata una bella lite in diretta.
Ciliegina sulla torta, oggi i sindacati Cgil, Cisl e Uil della pubblica amministrazione hanno annunciato uno sciopero nazionale perché il Governo non ha garantito i soldi per lavorare in sicurezza.
Non poteva mancare un altro svarione, stavolta del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che sulla sua pagina facebook dopo aver lodato l’iniziativa del Governo per come sta aiutando i cittadini a fronteggiare le difficoltà, ha detto che grazie al decreto dignità sono stati scongiurati milioni di licenziamenti e convertiti il 300% dei contratti a tempo determinato in indeterminato: non il 100 per cento, ben il 300, una vera magia.
Anche domani non sarà una giornata leggera. E’ prevista una riunione di maggioranza ed anche lì per il nostro presidente del Consiglio non sarà facile tenere a bada critiche e rimbrotti.
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