Kenya, la conduttrice tv denuncia: “Discriminata per la pelle nera”

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(DIRE) Roma, 19 giu. - "Sentiamo parlare da tutte le parti del movimento Black Lives Matter. Ma in Kenya dobbiamo fare una seria riflessione: le ragazze e le donne dalla pelle scura sono trattate in modo diverso. Dobbiamo lavorare due volte più duramente, essere due volte più intelligenti per poter progredire nei nostri rispettivi ambiti. Perché la formula prevede: pelle chiara uguale bellezza, uguale opportunità, uguale lavoro, uguale benessere, uguale buon matrimonio". Così denuncia in un post su Instagram Yvonne Okwara, conduttrice televisiva per l'emittente kenyana Citizen Tv. La giornalista contesta il fatto che in Kenya, per ottenere un posto di lavoro, è necessario avere la pelle più chiara rispetto alla media, in quanto i datori di lavoro e l'industria dei media prediligono donne più vicine agli standard occidentali. La presentatrice dunque ironizza sul fatto che, mentre anche in Africa si ribadisce il sostegno al movimento statunitense Black Lives Matter per i diritti delle persone di origine africana, proprio in una nazione come il Kenya persone di carnagione scura subiscano discriminazioni. Okwara ammette che persino lei ha subito pressioni dal canale tv: avendo la pelle più scura delle colleghe, racconta, "ci si aspettava che fossi più intelligente e brava delle altre perché, non avendo il look giusto, avrei dovuto compensare con il cervello". Secondo Okwara, questo tipo di messaggio veicolato dall'industria dei media finisce per influenzare le giovani, spingendole a non accettare il proprio aspetto e a compiere sforzi per adeguarsi a standard lontani da loro. Tutto questo alimenta anche l'industria della cosmesi, che propone una quantità di prodotti per schiarire la pelle o "domare" i capelli afro, per poterli acconciare all'occidentale. Su quest'ultimo punto è forte il dibattito in Africa: da più parti da tempo si denuncia il messaggio razzista e sessista sotteso a questi prodotti di bellezza. Ne sono nati anche vari movimenti di donne che hanno iniziato a promuovere il modello "afro", esortando i giovani ad accettare e valorizzare i tratti naturali del proprio aspetto, anche nell'ottica di recuperare appartenenza e identità culturale.

"Tifiamo Black Lives Matter ma usiamo cosmetici schiarenti", è l'ironico messaggio affidato ai social dalla cronista kenyana Yvonne Okwara Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


ROMA – “Sentiamo parlare da tutte le parti del movimento Black Lives Matter. Ma in Kenya dobbiamo fare una seria riflessione: le ragazze e le donne dalla pelle scura sono trattate in modo diverso. Dobbiamo lavorare due volte più duramente, essere due volte più intelligenti per poter progredire nei nostri rispettivi ambiti. Perché la formula prevede: pelle chiara uguale bellezza, uguale opportunità, uguale lavoro, uguale benessere, uguale buon matrimonio”.

PELLE E STANDARD OCCIDENTALI

Così denuncia in un post su Instagram Yvonne Okwara, conduttrice televisiva per l’emittente kenyana Citizen Tv. La giornalista contesta il fatto che in Kenya, per ottenere un posto di lavoro, è necessario avere la pelle più chiara rispetto alla media, in quanto i datori di lavoro e l’industria dei media prediligono donne più vicine agli standard occidentali.

La presentatrice dunque ironizza sul fatto che, mentre anche in Africa si ribadisce il sostegno al movimento statunitense Black Lives Matter per i diritti delle persone di origine africana, proprio in una nazione come il Kenya persone di carnagione scura subiscano discriminazioni. Okwara ammette che persino lei ha subito pressioni dal canale tv: avendo la pelle più scura delle colleghe, racconta, “ci si aspettava che fossi più intelligente e brava delle altre perché, non avendo il look giusto, avrei dovuto compensare con il cervello”.

CANONI DI BELLEZZA E ORGOGLIO “AFRO”

Secondo Okwara, questo tipo di messaggio veicolato dall’industria dei media finisce per influenzare le giovani, spingendole a non accettare il proprio aspetto e a compiere sforzi per adeguarsi a standard lontani da loro. Tutto questo alimenta anche l’industria della cosmesi, che propone una quantità di prodotti per schiarire la pelle o “domare” i capelli afro, per poterli acconciare all’occidentale. Su quest’ultimo punto è forte il dibattito in Africa: da più parti da tempo si denuncia il messaggio razzista e sessista sotteso a questi prodotti di bellezza. Ne sono nati anche vari movimenti di donne che hanno iniziato a promuovere il modello “afro”, esortando i giovani ad accettare e valorizzare i tratti naturali del proprio aspetto, anche nell’ottica di recuperare appartenenza e identità culturale.

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Tg Politico Parlamentare, edizione del 19 giugno 2020

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