Indagati a Caserta 44 agenti penitenziari per presunti pestaggi, Salvini: “Vado in Campania”

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polizia penitenziaria

A seguito di una rivolta scoppiata nel carcere di Santa Maria Capua Vetere avrebbero usato violenza sui detenuti per reprimere la protesta Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


NAPOLI – Oltre 40 agenti penitenziari del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) sono indagati nell’ambito di un’inchiesta della locale procura su presunti pestaggi che si sarebbero verificati ad aprile. A seguito di una rivolta scoppiata nell’istituto in pieno lockdown per l’emergenza Covid, secondo alcune denunce, gli agenti avrebbero usato violenza nei confronti dei detenuti per reprimere la protesta. Questa mattina sono stati notificati in carcere una serie di avvisi di garanzia e all’ingresso dei carabinieri nel penitenziario, gli agenti hanno protestato salendo perfino sui tetti della struttura.

“Oggi e’ andata in onda una spettacolarizzazione assurda per notificare degli atti, con carabinieri in borghese e macchine piazzate in mezzo al viale di accesso al carcere – dice Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe – ad alcuni appartenenti al corpo di polizia penitenziaria. Anziche’ farlo all’interno del penitenziario, con tutte le garanzie, si e’ assistito al fermo da parte dei militi dell’Arma di chiunque entrava e usciva dal carcere per identificazione. Una situazione incredibile ed assurda, accaduta davanti ai familiari dei detenuti, senza alcun senso se non quello di determinare la ferma protesta dei poliziotti penitenziari, riversatisi in massa nel viale di accesso al carcere ed alcuni addirittura andati sui tetti della caserma”. “La polizia penitenziaria che lavora nel carcere di Santa Maria Capua Vetere – prosegue il Sappe – e’ formata da persone che nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante lavoro credono nella propria professione, che hanno valori radicati e un forte senso d’identita’ e d’orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto e’ nelle loro umane possibilita’ per gestire gli eventi critici che si verificano ogni giorno, come le gravissime e pericolose rivolte dello scorso aprile”.

GARANTE DETENUTI: “ACCERTARE VERITÀ”

“Intendo mantenere il piu’ stretto riserbo sull’inchiesta in corso. Per quanto mi riguarda posso dire che abbiamo lavorato con massima scrupolosita’ e nel rispetto della nostra funzione di tutela e garanzia, segnalando alla magistratura episodi e denunce su cui e’ necessario, a garanzia di tutti, che si faccia chiarezza. Cio’ nell’ambito del ruolo istituzionale che ricopro che mi impone di svolgere con terzieta’ e imparzialita’ la mia funzione di Garante delle persone ristrette”. Cosi’ il garante dei detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello in merito all’inchiesta aperta sui presunti depistaggi avvenuti ad aprile nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) per cui oggi sono stati notificati 44 avvisi di garanzia ad altrettanti agenti penitenziari.

“Chi ha operato correttamente non ha nulla da temere, allo stesso tempo le carceri non devono essere luoghi oscuri sottratti al controllo della giustizia. Spetta alla magistratura, del cui lavoro abbiamo pieno rispetto, verificare fatti e responsabilita’. Piu’ volte – prosegue Ciambriello – ho manifestato apprezzamento per il lavoro svolto dagli agenti di polizia penitenziaria e non ritengo che siano venuti meno gli elementi su cui ho da sempre fondato il mio giudizio. Nell’interesse di tutti esprimo la mia fiducia nell’operato della Magistratura e confido nell’accertamento della verita’, condizione essenziale per il rafforzamento della giustizia”.

SALVINI: “VADO IN CAMPANIA PER ESPRIMERE LA MIA SOLIDARIETÀ AGLI AGENTI”

“Incredibile! 44 poliziotti in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) sono indagati come violenti torturatori per aver bloccato la rivolta dei detenuti del 6 aprile scorso, che provoco’ danni per centinaia di migliaia di euro”. Lo scrive su facebook Matteo Salvini, che aggiunge: “Ho rimandato tutti gli impegni del pomeriggio e parto subito per la Campania, per portate la mia (e vostra) solidarieta’ alle donne e agli uomini in divisa che, invece di essere ringraziati, vengono indagati. È una vergogna”.

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