In Algeria vince il ‘sì’ al 66%: riforma costituzionale approvata

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Ha votato solo il 23,7 per cento degli aventi diritto ha votato, è l'affluenza più bassa della storia dell'Algeria indipendente

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ROMA – Il referendum per la riforma della Costituzione algerina è passato col 66,7 per cento dei consensi. Lo ha annunciato Mohamed Charfi, presidente dell’Autorità nazionale indipendente per le elezioni (Anie), nel corso di una conferenza stampa. La consultazione si è distinta per l’affluenza più bassa della storia dell’Algeria indipendente: solo il 23,7 per cento degli aventi diritto ha votato, come Charfi ha confermato.

Tra le regioni dove il referendum è stato più ignorato c’è la provincia di Tizi Ouzou, in Cabilia: la stampa locale riferisce un tasso di partecipazione dello 0,06 per cento alle 14 di ieri, quando solo 389 persone avevano votato su 703.797. Secondo il quotidiano El Watan, a Tizi Ouzou ci sarebbero stati seggi che non hanno aperto perché i funzionari non si sarebbero presentati, mentre altri sono stati assaltati da gruppi di violenti: alcuni sono stati dati anche alle fiamme.

Il responsabile locale dell’Aine, Youcef Gabi, ha spiegato: “Alcuni seggi non sono stati aperti o sono stati chiusi in anticipo per prevenire la distruzione delle urne. Abbiamo chiesto agli incaricati locali di portarci le schede per evitare scontri tra la popolazione e i servizi di sicurezza”. Gli abitanti della Cabilia, dove risiede una popolosa comunità di lingua e tradizione berbera, sono stati particolarmente attivi nell’ondata di proteste che dal febbraio 2019 hanno scosso l’Algeria. Il movimento popolare invocava un netto rinnovo delle istituzioni e della Costituzione, ma secondo gli attivisti queste richieste sono state disattese.

Il nuovo testo costituzionale elaborato dal governo del presidente Abdelmadjid Tebboune pone un limite ai mandati dei capi di Stato e amplia i poteri del parlamento e della magistratura. Al contempo aumenterebbe però anche le prerogative del presidente della Repubblica e introduce un’importante novità: la possibilità per l’esercito di prendere parte a operazioni militari all’estero, in controtendenza rispetto alla tradizionale neutralità di Algeri.

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