Il 27 aprile è la giornata mondiale del tapiro, ma non c’è niente da festeggiare

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La nostra preziosa biodiversità sta scomparendo ad un ritmo allarmante e le specie animali e vegetali ad essere minacciate non si contano ormai più. Secondo gli esperti vi è ora anche un tipo di tapiro che rischia l’estinzione.


Si tratta del Tapirus terrestris, il più grande mammifero nativo del Sudamerica. Questo animale arriva infatti a pesare oltre i 250kg e si alimenta con più di 200 specie di piante diverse, oltre che con frutta, ramoscelli e persino terriccio. E’ un grande nuotatore ed è pressoché innocuo poiché preferisce nascondersi quando si sente in pericolo.

Il tapiro terrestre era largamente diffuso nella Foresta Atlantica che si estende in Brasile, Paraguay e Argentina, ma la sua situazione è cambiata drasticamente e drammaticamente per via dell’uomo che ha cacciato il mammifero per anni e anni e ha stravolto il suo habitat, disboscando i territori che erano a tutti gli effetti la sua casa, così come di tantissime altre specie, e costruendo infrastrutture e piantagioni e allevamenti di bestiame.

Nella Foresta Atlantica oggi vivono circa l’1,78% dei tapiri sudamericani che erano presenti qui in origine. Complici anche, oltre la deforestazione, gli investimenti stradali che sono avvenuti di frequente.

Non per ultimo questo tapiro è una specie molto vulnerabile ai cambiamenti, motivo per cui gli studiosi temono a breve la sua estinzione. Per tutelare il tapirus terrestris gli esperti Kevin Flesher e Patrícia Medici hanno lanciato dal 1996 il “Lowland Tapir Conservation Initiative”, progetto volto a sensibilizzare la popolazione locale sulla salvaguardia di questa specie. Da allora i due hanno visitato oltre 90 riserve della Foresta.

Del resto la sua è solo una delle tante e tristi storie della crisi della biodiversità che sta interessando ogni regione del mondo e che porterà alla sua completa devastazione se non vengono presi provvedimenti immediati.

Fonte: Neotropical

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