I botti di Capodanno hanno fatto registrare picchi di polveri sottili e diossina in atmosfera

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Sebbene nella stragrande maggioranza delle città italiane i botti di Capodanno fossero vietati, vi sarete accorti che il divieto non ha impedito le esplosioni di petardi e fuochi d’artificio per festeggiare il nuovo anno.

I botti sono però pericolosi per animali ed esseri umani e peggiorano di molto la qualità dell’aria. A cavallo della mezzanotte del 31 dicembre, infatti, la simultanea esplosione di tonnellate di botti ha immesso in atmosfera una quantità enorme di PM10, polveri sottili che normalmente derivano dal traffico su strada, industrie e riscaldamenti.

Secondo i dati di ARPA Campania, per citare un esempio,  tra la mezzanotte e l’una della notte di Capodanno nei centri più popolosi della Regione le polveri sottili PM10 rilasciate dai botti possono superare anche i 1000 microgrammi per metro cubo. Un valore enorme, considerando che il limite ammesso è di 50 microgrammi per metro cubo.

Oltre al PM10, petardi e fuochi artificiali emettono in atmosfera un’altra sostanza ancora più pericolosa: la diossina. Durante i festeggiamenti, solo nella zona tra Posillipo e Sorrento, è stata rilevata una quantità di diossina nell’aria pari a quella che potrebbe generare un inceneritore in 120 anni.

Quantità così elevate di polveri sottili e diossina possono causare problemi respiratori nell’immediato, ma non solo: in caso di pioggia nelle ore successive alla mezzanotte, queste sostanze precipitano sul suolo, andando a inquinare terreni, acque e falde.

Sparare i botti a Capodanno può risultare divertente e liberatorio, ma è venuto il momento di pensare all’impatto di petardi e fuochi d’artificio su animali e ambiente e alle conseguenze che queste esplosioni possono avere sulla nostra salute.

Evidentemente i divieti sono insufficienti e inefficaci e non sembrano funzionare da deterrente, soprattutto se mancano conrolli e multe. Educare i più piccoli a festeggiare in modo diverso potrebbe portare a far cessare la tradizione dei botti sul lungo periodo mentre, sul breve termine, forse bisognerebbe valutare di vietarne la vendita, anziché solo l’utilizzo.

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Fonti di riferimento: Arpa Campania

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