Giletti “Cambio giorno per Non è l’Arena è una nuova sfida”

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“Sono un eretico e un masochista, evidentemente. Più eretico che liturgico, più vicino a Fra Dolcino che a Bonifacio”. Si descrive così Massimo Giletti presentando, a poco più di 24 ore dalla partenza, la nuova stagione di “Non è l’Arena” in onda su La7 da mercoledì 29 settembre. Tante le novità in ballo ad iniziare dalla giornata di messa in onda, dalla domenica si passa al mercoledì. Una scelta oltre che una scommessa. “Quando si fa uno spostamento il rischio è molto alto. Io sono uno che rischia nella vita, l’ho sempre fatto come quando ho lasciato la Rai senza avere un altro contratto. È una questione di dignità. Cambiare giorno è una nuova sfida e averne voglia alla mia età è indice di quanto abbia voglia di mettermi in gioco”, ha raccontato durante la presentazione presso la sala Auditorium del MAXXI.
“Ho lasciato la domenica per paura di Fazio? Lo rispetto, è un grande professionista ma se avessi avuto paura non sarei neanche partito invece andai volutamente alla sfida. Eravamo una scialuppa contro una portaerei e la sfida era proprio quella, portare una tv eretica contro la liturgia… un po’ alla Fra Dolcino”, ha aggiunto.


Un programma “sempre meno talk e sempre più inchiesta e storytelling” in cui, sul Covid e non solo, non mancherà spazio per tutte le voci, “la libertà di dibattito deve esserci. Io sono per sentire tutti, anche contestandoli se necessario”. Riflettori accesi ovviamente sul Covid come dimostra la scatolina rossa con dentro due mascherine bianche FFP2 che ha con sè a simboleggiare una delle forniture arrivate in Italia con una certificazione che “dice chiaramente che sono scarsamente protettive. Domani in puntata diremo in che ospedali sono utilizzate e (ci) chiederemo perchè nessuno parla più dei 190 milioni di mascherine sequestrate in tutta italia?”. Dopo un’estate “di silenzio per decidere cosa fare”, Giletti rinnova il suo legame con l’emittente di Cairo con un nuovo contratto biennale. L’obiettivo a cui guarda per quanto riguarda lo share è il 5%. “Il range è quello poi vediamoci a dicembre…”, commenta ironico. Dello stesso parere il direttore di LA7, Andrea Salerno: “È il quinto anno di ‘Non è l’Arena’ e Massimo nel corso di questo periodo ha maturato una visione della televisione differente. Questa sua voglia di spostarsi sulle inchieste è diventata un’urgenza irrevocabile. Non si ferma mai, è sempre alla ricerca di sfide e quest’anno abbiamo alzato l’asticella aggredendo un giorno che non è il suo”.

Dopo un momento di stanchezza e difficoltà Massimo Giletti e la sua squadra sono pronti a ripartire più eretici che mai. “Era un momento difficile. Durante quell’anno ho perso mio padre, essere sotto scorta non è una cosa semplice. Per questo ho chiesto tempo prima di decidere”.
Tempo durante il quale anche la politica si è fatta avanti. “Io candidato a sindaco di Roma? Non è la prima volta che mi arrivano proposte del genere. Si parlò di me come candidato in Puglia e poi come sindaco a Torino. Che la politica mi abbia cercato non è una segreto ma credo che a candidare uno come me non ci siano speranze perché se voglio fare una cosa la devo fare come dico io. Servirebbero poteri tipo struttura commissariale specie in una città difficile come Roma. Credo che questi racconti anche una debolezza dei partiti che cercano delle facce come è stato con Badaloni, Marrazzo, Del Debbio..”, ha concluso.
(ITALPRESS).

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