Elefanti sedati e lemuri aggressivi e stremati dai bombardamenti: viaggio nell’inferno dello zoo di Kiev

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La loro esistenza in cattività era già un incubo, ma con lo scoppio della guerra è un vero e proprio inferno. Mentre la gente fugge disperata da Kiev, centinaia di animali restano prigionieri dello zoo della capitale ucraina, dove proseguono i combattimenti e dove regnano desolazione e angoscia. Il Feldman Ecopark, dove vivevano circa 2000 esemplari di elefanti, zebre, procioni e altri animali è stata presa di mira dai missili russi qualche giorno fa: molti animali sono stati uccisi, mentre altri – tra cui alcuni lupi rossi – sono fuggiti impauriti.


Da quando è scoppiata la guerra i poveri animali sono diventati sempre più stressati e spaventati dai continui bombardamenti. Horace, un  elefante asiatico di 14 anni, viene sedato perché è ormai in preda al panico.

Mentre Maya, un lemure di sesso femminile, ha persino abbandonato uno dei suoi tre cuccioli (nati nel bel mezzo della guerra), mostrando segni di aggressività fino al punto di tentare di ucciderlo.

Le zebre e gli altri esemplari si rannicchiano, visibilmente terrorizzati, ogni volta che sentono i rumori delle sirene dei raid aerei o delle bombe. Il conflitto non ha fatto che aggravare la terribile situazione in cui versavano già centinaia di animali.

Di loro si stanno occupando circa 50 operatori che hanno deciso di trasferirsi nella struttura, insieme ai familiari, per monitorarli 24 ore su 24.

Mi sto prendendo cura di giraffe, cervi e cavalli – ha raccontato Ivan Rybchenko al Washington Post – Quindi non intendo unirmi alla difesa territoriale perché semplicemente morirebbero. Temo che tutti gli animali dello zoo vengano uccisi.

Per fortuna la scorsa settimana alcuni animali, fra cui leoni e tigri, sono stati portati in salvo in uno zoo polacco dalle organizzazioni SaveWild Foundation e Bear Sanctuary. Hanno affrontato un’odissea durata 6 giorni all’interno dei camion per raggiungere la struttura, ma adesso sono al sicuro.

Allo zoo di Kiev, invece, la situazione è estremamente drammatica. Le scorte di mangime sono sufficienti soltanto per altre due settimane e gli animali rimasti rischiano di morire di stenti o uccisi dai bombardamenti. Motivo per cui i gestori dello zoo hanno lanciato un disperato appello per chiedere a chi può di donare per garantire la loro sopravvivenza:

Un dramma nel dramma, che ci ricorda quanto sia folle tenere degli esseri viventi in prigione (e non solo in tempi di guerra…)

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Fonte: FeldmanEcopark /The Washington Post 

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