Covid come una guerra, in Lombardia -9% pil e -11% consumi

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MILANO (ITALPRESS) – “I dati più recenti elaborati dal nostro centro studi stimano in Lombardia una caduta dei principali indicatori economici assimilabile a quella di un regime di guerra: Pil al -9,8 per cento, consumi al -11,1 per cento, investimenti al -8,2%”. A commentare i dati è Daniele Parolo, presidente della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) Lombardia, nel corso della conferenza stampa sull’impatto del Covid-19 sull’economia del territorio, con la presentazione dei risultati dello studio congiunto effettuato dall’Osservatorio Economia e Territorio per CNA Veneto e CNA Lombardia.
Parolo osserva che “il dato relativo agli investimenti ha contenuto le perdite previste dalle precedenti stime di ottobre (-13%), a testimonianza della grande resilienza del tessuto produttivo lombardo”. Tuttavia, evidenzia, “sarà fondamentale rigenerare fiducia, nelle famiglie e nelle imprese” e “la domanda interna costituirà il vero discrimine per una ripresa robusta e non solo trainata dall’export, pure decisivo per i segmenti più avanzati del mondo imprenditoriale”.
Le ultime proiezioni che emergono dallo studio della CNA, delineano un quadro economico più negativo rispetto alle stime precedenti. Per il 2021 si attende una riprese del 3,9%, insufficiente per tornare ai livelli pre-Covid (-6,3% rispetto al 2019). Il peggioramento del quadro economico trova corrispondenza in una contrazione dei consumi delle famiglie. Nel 2021 dovrebbero crescere del 3,4%, posizionandosi tuttavia ad un livello più basso rispetto al 2019 (-8,1%).
Sul fronte dell’export in Lombardia tiene solo il comparto agroalimentare (+0,7%). Nei primi nove mesi del 2020, le esportazioni si sono ridotte del 13,4% pari a 12,7 miliardi di euro e, nel periodo gennaio-settembre 2020, hanno fatto registrare una contrazione del 13,2% nei comparti manufatturieri rispetto agli stessi mesi del 2019. In generale il calo dell’export interessa tutti i comparti lombardi, tra quelli più colpiti figurano sistema moda, sistema casa, metallurgia e metalli.
Un altro indicatore rilevante è quello relativo al numero delle imprese che nel periodo marzo-dicembre 2020 si è ridotto di quasi 9.800 unità rispetto allo stesso periodo 2019. Tali dati appaiono in linea con il trend delle cessazioni (-9.615). Tra i settori che registrano il dato peggiore ci sono commercio, turismo e manifatturiero.
Rallenta nel terzo trimestre 2020 la flessione del numero di occupati (-28.720). Complessivamente nei primi nove mesi del 2020 l’occupazione si è ridotta di oltre 73.000 unità (-1,6% rispetto allo stesso periodo 2019).
(ITALPRESS).


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