Coronavirus, Zaia: “Aprire oggi, 18 maggio o 1 giugno non cambia. O si tarda per non fare le elezioni?”

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Il governatore del Veneto torna a chiudere autonomia di decisione per le Regioni. E dice: "Riapertura Chiese dimostra che elasticità ci può essere" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


VENEZIA – “Il rischio zero non ci sarà mai finché non è sparito il virus”. E quindi ne deriva che, dal punto di vista sanitario, non c’è differenza tra aprire oggi, il 18 maggio o l’1 giugno. “A meno che non si vogliano portare avanti le chiusure perché non si vogliono fare le elezioni, ma allora vuol dire che si sospende la democrazia”. Lo afferma il governatore del Veneto Luca Zaia, oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale a Marghera.

“Faccio un appello anche a Mattarella, pensate alla figura che facciamo a livello internazionale” rimandando le elezioni, conclude Zaia.

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“SCELTA SU CHIESE DIMOSTRA CHE SI PUÒ APRIRE”

“Sulle chiese il comitato scientifico cosa ha fatto? Allora vuol dire che le norme si possono gestire in modo un po’ più estensivo”, afferma Zaia, tornando a chiedere che le attività economiche possano riprendere integralmente il prima possibile. “Altrimenti la prossima volta quando viene il virus diamo tutto in mano al comitato scientifico, gli diamo le chiavi e decidano tutto loro“, continua Zaia.

“GOVERNO LASCI DECIDERE RIAPERTURE ALLE REGIONI”

“I tempi di attesa si stanno troppo dilatando, chiediamo che il Governo produca un provvedimento, che potrebbe essere tranquillamente un dpcm, che dice che si autorizzano le Regioni a riaprire presentando un piano. Quindi lasciamo l’ultima parola a livello nazionale, con l’approvazione del piano… ma che ci lascino presentare i nostri piani“, dice Zaia, ribadendo la necessità di aprire al più presto anche le attività rimaste chiuse.

“A meno che non ci spieghino che ci si è presi il rischio di aprire alcune attività perché considerate più strategiche”, continua Zaia prendendo però le difese di “artigiani, negozianti e lavoratori, che hanno fatto grande questo Paese” e che ora non devono essere “bistrattati in maniera ingiusta”. Ovviamente bisogna tenere conto che “il rischio è dietro l’angolo. C’è oggi, c’era ieri e ci sarà anche il 1 giugno”, conclude Zaia.

“LEGGE DI BOLZANO È CAVALLO DI TROIA RIAPERTURE”

Per quanto riguarda le aperture anticipate in discordanza dal dpcm, “ad oggi c’è solo una legge del Consiglio provinciale di Bolzano che, essendo legge e non ordinanza, non viene impugnata al Tar ma deve andare in Corte costituzionale”, afferma Zaia, secondo cui questo potrebbe essere “uno spiraglio in linea con il processo autonomista” ma anche “un cavallo di Troia per il Governo”. Perché “davanti a questo tornare indietro è impossibile” e quindi “forse varrebbe la pena di iniziare a delegare alle Regioni”, conclude Zaia.

“PRESTO SOLUZIONE VENETA PER IL CONTACT TRACING”

Per quanto riguarda il contact tracing, tassello fondamentale della fase di convivenza con il coronavirus, “c’è un hardware e c’è un software. L’hardware sono le Usca e tutti i nostri medici della prevenzione. Il software è il fronte su cui stiamo lavorando” spiega il governatore del Veneto, anticipando che presto potrà presentare una novità.

“Anche perché dell’app nazionale non abbiamo capito quando ci sarà, se ci sarà, se verranno chiariti i temi della privacy…” continua Zaia. “Ma c’è qualcosa che si può fare a livello regionale che è efficiente e va nella direzione del lavoro che abbiamo già fatto”.

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