Coronavirus, Ricciardi: “Scuole vanno riaperte, ma con rigore”

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walter ricciardi

"Non bisogna seguire l'esempio di Francia e Israele che hanno riaperto le scuole ma poi sono stati costrette a richiuderle alcuni giorni dopo"

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ROMA – “Le scuole vanno riaperte perche’ sono il motore economico e sociale, un pilastro fondamentale della vita del Paese. Ma per riaprirle in sicurezza dobbiamo fare due cose: la prima, tenere sotto controllo l’epidemia fuori delle scuole, la seconda, riaprirle con dei protocolli molto rigorosi”. Cosi’ il consulente scientifico del ministro della Salute, Walter Ricciardi, intervistato dai microfoni di Sky TG24 nel corso del Meeting di Rimini.

“Bisogna seguire l’esempio di Paesi come la Danimarca e la Cina- ha proseguito Ricciardi– che hanno adoperato questi protocolli e non hanno avuti casi, non bisogna invece seguire l’esempio di Francia e Israele che hanno riaperto le scuole ma poi sono stati costrette a richiuderle alcuni giorni dopo senza la possibilita’ di garantire la continuita’. Mentre se ci comportiamo bene fuori dalla scuola, il virus all’interno della scuola non arriva. Ma se noi ci prepariamo anche all’eventualita’ che questo arrivi, in maniera rapida da circoscriverlo e isolarlo, noi possiamo garantire un anno scolastico non dico normale, perche’ non sara’ quello degli anni scorsi, perche’ ci saranno delle misure che vanno rispettate, ma un anno che in qualche modo potra’ avere una sua regolarita’”.

Ma nel caso in cui il virus dovesse entrare in una scuola, pensa sia opportuno in quel caso mettere in quarantena l’intero istituto o la classe dello studente risultato positivo? “C’e’ un protocollo che e’ in corso di elaborazione da parte dell’Istituto superiore di Sanita’- ha risposto Ricciardi al giornalista- che prevede misure appropriate alla situazione specifica. Per cui sara’ molto importante indagare chi e’ il caso, che cosa ha fatto e chi ha contattato. Nel momento in cui, dico per dire, il caso indice, cioe’ la persona malata, sia il segretario di una biblioteca che e’ stato all’interno della biblioteca e che non ha visto altri non c’e’ bisogno ovviamente di chiudere la scuola; ma nel momento in cui questi casi riguardino studenti, insegnanti o persone che hanno avuto contatti con centinaia di persone bisognera’ adoperare delle misure proporzionali all’esposizione. Quindi purtroppo, in certi casi- ha concluso Ricciardi– chiudere la scuola”.

RICCIARDI: MILLE FOCOLAI? SONO MOLTI, MA SOTTO CONTROLLO

“Gia’ mille (focolai, ndr) sono molti, nel momento in cui questi dovessero aumentare di poco noi siamo pero’ in grado, con le nostre strutture sanitarie, di controllarli e di rintracciare“. Cosi’ il consulente scientifico del ministro della Salute, Walter Ricciardi, intervistato dai microfoni di Sky TG24 nel corso del Meeting di Rimini.

“Fortunatamente non abbiamo un grande carico assistenziale- ha spiegato Ricciardi– e in questo momento il Servizio sanitario nazionale e’ molto poco sotto pressione. Ma questo e’ un virus che si moltiplica in maniera esponenziale: ci mette un mese per arrivare ad una certa cifra, ma poi il raddoppio dei casi avviene ogni due/tre giorni. Quindi da mille casi, nel momento in cui questo controllo viene perso, si passa a 2/3mila, perdendo la possibilita’ di rintracciare e assistere- ha concluso- e sei costretto a delle misure piu’ drastiche che noi vogliamo assolutamente evitare“.

RICCIARDI: ABBASSAMENTO ETÀ CONTAGIATI NORMALE

L’abbassamento dell’eta’ media dei contagiati e’ normale e noi lo prevedevamo, perche’ le persone di una certa eta’ evidentemente sono molto piu’ attente, molto meno mobili e non vanno ad assembrarsi. Quelli che lo stanno facendo sono soprattutto le persone tra i 20 e i 40 anni”. Cosi’ il consulente scientifico del ministro della Salute, Walter Ricciardi, intervistato dai microfoni di Sky TG24 nel corso del Meeting di Rimini.

“Per quanto riguarda i giovani- ha proseguito Ricciardi– noi oggi sappiamo che questi sono in larga parte dei vettori di influenza, non hanno le stesse conseguenze e gravita’ del quadro clinico che hanno i piu’ anziani; ma questi ragazzi poi ritornano a casa e hanno dei genitori o dei nonni anziani che possono essere suscettibili”.

Quindi il problema “non e’ soltanto dei ragazzi, che come stiamo vedendo in questi giorni possono comunque ammalarsi, ma di circoscrivere la circolazione del virus- ha concluso Ricciardi– quando poi tornano a casa e possono mettere a rischio la salute dei propri congiunti“.

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