Coronavirus, “la musica non si blocca”. Petizione per salvare live web

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In questi giorni è capitato più volte che Warner Music, Sony Music o Universal Music siano intervenute per bloccare le performance di musicisti e dj online. Parte petizione Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print


BOLOGNA – I dj, i musicisti e i loro ‘followers’ ingaggiano una battaglia a suon di firme con le grandi etichette discografiche, perché la smettano di bloccare le dirette sui social almeno in questo periodo di “quarantena”. Da quando siamo tutti asserragliati in casa per l’emergenza coronavirus, infatti, si moltiplicano le iniziative degli artisti che, soprattutto da Facebook e Instagram, si cimentano in esibizioni e dj set per intrattenere il loro pubblico. Peccato, però, che in molti casi major come Warner Music, Sony Music o Universal Music le bloccano, perché si ipotizza la violazione dei diritti d’autore dei brani brani usati durante le sessioni di diretta musicale. E questo accade anche se chi si esibisce è un professionista, ha comprato regolarmente i vinili, i cd o le tracce e paga una licenza dedicata, una quota che permette la riproduzione di migliaia di pezzi.

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Così, dopo aver ricevuto “una marea di segnalazioni da tantissimi dj italiani“, una di loro, Onirika (al secolo Roberta Galvini) ha deciso di lanciare la petizione “La musica non si blocca” su Change.org. E in pochissimi giorni ha raccolto più di 650 firme.

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Il messaggio è chiaro, riassume la dj, “visto il momento, finché non è passata l’emergenza, lasciateci suonare“, e a Change.org è piaciuto talmente tanto che le ha dato una url dedicata. Onirika, che ha anche creato un collettivo di dj al femminile e lavora per il team di Disco più di Rimini, un dj shop molto conosciuto nell’ambiente, nella petizione ricorda come in questi giorni “tutti noi siamo chiamati a rispettare con responsabilità civile le normative del Governo in materia di prevenzione per la diffusione del Covid-19”.

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Tra le varie categorie di professionisti, coinvolti nello stop lavorativo, “c’è quella dell’intrattenimento”, fa notare. Musicisti, animatori, dj sono chiusi in casa come quasi tutti “e l’unica possibilità che hanno per poter esprimere la loro vena creativa è coinvolgere il pubblico che di solito partecipa ai loro eventi attraverso dei live streaming sulle piattaforme sociali più in uso, tra cui Facebook”. Quelle session, però, aggiunge “vengono interrotte, bloccate o silenziate”, per la questione dei diritti d’autore. Warner Music, Sony Music o Universal Music, infatti, “non consentono la riproduzione in streaming dei brani di loro appartenenza, ritenendola una violazione del copyright”. E questo, appunto, accade dando per scontato che la musica sia stata comprata irregolarmente o che il dj non abbia pagato la quota annuale per l’uso. Non solo, ma le major “non si rendono conto che le session danno più visibilità a quelle tracce– sottolinea Onirika- e magari chi ascolta, usando l’app Shazam scopre come si chiama il pezzo e lo compra”.

Insomma, si legge nella petizione, “in un periodo delicato come questo, ogni momento che possa recare distrazione e sollievo psicologico per tutti coloro che sono coinvolti in questa triste e preoccupante situazione dovrebbe essere incentivato ai massimi livelli e le restrizioni dovrebbero essere limitate alla sicurezza e alla prevenzione”. Da qui la richiesta di una momentanea sospensione dei blocchi sui live streaming “in modo da consentire a tutti di esprimersi liberamente, creando momenti di divertimento e unione a distanza anche attraverso la musica nel proprio domicilio”. La petizione è su: change.org/LaMusicaNonSiBlocca

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