Coronavirus, Iss e Nato insieme per sviluppare i test diagnostici rapidi

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L'identificazione di anticorpi anti-virus potrebbe rappresentare un primo passo nello sviluppo di immuno-terapie basate sulla somministrazione di anticorpi per il trattamento di pazienti infetti Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


ROMA – Sviluppare kit diagnostici rapidi per il dosaggio di anticorpi e antigeni specifici del coronavirus nei fluidi biologici. E’ questo l’obiettivo del progetto Iss presentato alla piattaforma Science for Peace and Security della Nato, approvato e finanziato e che e’ stato presentato oggi nell’ambito di un meeting online. Il progetto e’ stato realizzato in collaborazione con l’Ospedale universitario di Basilea e l’Ospedale universitario di Tor Vergata.

“I fluidi biologici analizzati- dice Roberto Nisini, del reparto Immunologia dell’Iss, coordinatore del progetto- saranno il sangue ma anche la saliva e le secrezioni naso-faringee da tampone e il risultato si potra’ conoscere in un lasso di tempo variabile da pochi minuti a un’ora. Il test sara’ strumentale per lo screening iniziale in un triage o in una comunita’”.

L’obiettivo e’ produrre proteine strutturali ricombinanti codificate da SARS-CoV-2 e anticorpi monoclonali (mAb) specificamente in grado di riconoscere queste proteine. Questi reagenti saranno utilizzati per sviluppare affidabili test diagnostici COVID-19, attraverso un approccio coordinato e multidisciplinare che combina esperienza in immunologia, virologia e biologia molecolare.

La procedura di immunizzazione che verra’ utilizzata per generare anticorpi monoclonali fornira’ anche un modello preclinico di immunogenicita’ di un vaccino anti-COVID-19. L’identificazione di anticorpi anti-virus potrebbe rappresentare un primo passo nello sviluppo di immuno-terapie basate sulla somministrazione di anticorpi per il trattamento di pazienti infetti.

“I kit diagnostici sviluppati- conclude Nisini- consentiranno un rilevamento piu’ rapido dei SARS-CoV-2 rilasciati nei fluidi corporei umani nell’ambiente e l’identificazione sensibile della risposta immunitaria agli antigeni strutturali SARS-CoV-2. Gli aspetti innovativi di questo progetto includono la possibilita’ di rilevare e misurare sia le immunoglobuline umane G (IgG), A (IgA) e M (IgM) specifiche per componenti strutturali del SARS-CoV-2 nel siero, che gli antigeni virali nei biofluidi”.

Lo studio coinvolge ricercatori di diversi dipartimenti e centri ISS in un modello collaborativo che si auspica possa continuare anche quando l’emergenza COVID-19 sara’ superata.

IL PROGRAMMA SCIENCE FOR PEACE AND SECURITY (SPS)

Il programma Nato Science for Peace and Security (SPS) ha contribuito agli obiettivi fondamentali dell’Alleanza da oltre sei decenni. È uno dei piu’ grandi e importanti programmi di partenariato della Nato che affronta le sfide della sicurezza del 21° secolo, in particolare cyber defence, tecnologie avanzate, antiterrorismo, sicurezza energetica e difesa contro agenti chimici, biologici, radiologici e nucleari.

Come parte della divisione Emerging Security Challenges (ESC) della Nato, il programma SPS promuove la cooperazione scientifica pratica tra ricercatori, esperti e funzionari della Nato e dei paesi partner. Supportando attivita’ rilevanti per la sicurezza sotto forma di sovvenzioni per progetti pluriennali, seminari di ricerca avanzata, corsi di formazione avanzata e istituti di studio avanzati, SPS promuove la creazione e l’espansione di reti di esperti internazionali, la condivisione delle migliori pratiche e il scambio di competenze e know-how tra le comunita’ scientifiche della Nato e dei paesi partner, conclude l’Iss.

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