Coronavirus, in Calabria possibile stop a nuovi contagi dal 1 maggio

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Il dato emerge da uno studio reso noto oggi dall'Osservatorio nazionale sulla salute delle regioni coordinato dal professor Walter Ricciardi Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


REGGIO CALABRIA – La Calabria potrebbe uscire il primo maggio dalla fase d’emergenza legata al Covid-19. Il dato emerge da uno studio reso noto oggi dall’Osservatorio nazionale sulla salute delle regioni coordinato dal professor Walter Ricciardi ordinario di Igiene all’Università Cattolica e dal dottor Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio. La fine dell’emergenza Covid-19 in Italia potrebbe avere tempistiche diverse nelle Regioni a seconda dei territori più o meno esposti all’epidemia: in Lombardia e Marche, verosimilmente, l’assenza di nuovi casi si potrà verificare non prima della fine di giugno, in Emilia-Romagna e Toscana non prima della fine di maggio.

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La Calabria alla data del 17 aprile ha registrato complessivamente 991 casi di contagio, nella stessa data risultavano in cura 819 persone con 99 pazienti guariti e 73 decessi. Le proiezioni effettuate dall’Osservatorio evidenziano che l’epidemia si sta riducendo con estrema lentezza, pertanto questi dati suggeriscono che il passaggio alla ‘fase 2’ dovrebbe avvenire in maniera graduale e con tempi diversi da Regione a Regione. Una eccessiva anticipazione della fine del lockdown, precisa l’Osservatorio, con molta probabilità, potrebbe “riportare indietro le lancette della pandemia” e vanificare gli sforzi e i sacrifici sin ora effettuati.

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Una mascherina di protezione, anche con visiera, che si compra una volta sola e non si getta perche' e' riutilizzabile all'infinito. 'Drop', questo il suo nome, ideata a Ragusa e pronta per la produzione dalla fine del prossimo mese di maggio, e' frutto del Centro di ricerca e sviluppo della Cappello Group, azienda che ha creato innovazioni applicate alle energie alternative e al trattamento delle superfici dei metalli. "Il progetto - spiega una nota - risolve due problemi dell'emergenza Covid-19: supera, con un unico acquisto, la difficolta' di reperire grandi quantita' di mascherine monouso e riduce l'impatto sull'ambiente non dovendo smaltirle subito dopo l'utilizzo". Secondo l'azienda "lo spirito dell'iniziativa e' anche quello di esorcizzare la paura del contagio trasmesso dalle 'gocce' di chi e' positivo al coronavirus". Da qui il nome 'Drop' ('goccia', in inglese) e il design del frontale a forma di goccia. Il Centro di ricerca e sviluppo della Cappello Group ha creato una mascherina riutilizzabile. Depositato il brevetto europeo, la Cappello Group sta organizzando l'ampliamento dell'attivita' con la realizzazione della linea di produzione, che avviera' a fine maggio "in piena sicurezza con 30 unita' lavorative dirette e dell'indotto e con una capacita' di fornire al mercato alcune migliaia di pezzi al giorno. I primi esemplari di 'Drop', per un valore commerciale pari a 100mila euro, saranno donati dall'azienda alla Protezione civile regionale della Sicilia, agli ospedali di Ragusa, Vittoria e Modica e al Comando dei vigili del fuoco della provincia di Ragusa. "Quella che stiamo vivendo e' una vera tragedia e non potevamo stare a guardare - dice Giorgio Cappello, Ceo della Cappello Group - ma non volevamo nemmeno agire d'impulso, rischiando di vanificare il nostro apporto con una maschera non regolamentata e soprattutto poco sicura. Abbiamo, quindi, individuato le caratteristiche di un prodotto realmente efficace, riutilizzabile, economicamente vantaggioso e a basso impatto sull'ambiente. Abbiamo fatto innovazione utilizzando risorse umane, tecnologie e materie prime disponibili sul territorio nazionale senza dipendere da altre filiere industriali al di fuori dei confini italiani. In sintesi, abbiamo creato un prodotto 'autoctono' come forma di espressione imprenditoriale finalizzata alla salvaguardia della salute pubblica. Questa e' la storia di 'Drop': 100% made in Italy".

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