Coronavirus, idea a Bologna: matrimoni civili in piazza Maggiore

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I matrimoni civili, sospesi causa misure anti-coronavirus, potrebbero riprendere sfruttando gli spazi all'aperto Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


BOLOGNA – A Bologna affiora l’idea di riprendere la celebrazione dei matrimoni civili, sospesi causa misure anti-coronavirus, sfruttando gli spazi all’aperto: magari proprio piazza Maggiore, come propone la consigliera comunale Simona Lembi (Pd). La dem ha affrontato il tema nel Question time di oggi, interpellando l’assessore ai Servizi demografici, Elena Gaggioli, dopo che del tema si era già discusso in commissione qualche settimana fa: in quell’occasione Gaggioli “aveva assicurato che in Comune si stava procedendo a riprendere le celebrazioni dei matrimoni”, ricorda la democratica, però così ancora non è. Anzi, “ci sono coppie che si sono viste fissare per due volte la data del matrimonio e poi per due volte è stata rinviata“, segnala Lembi. In più, per Lembi c’è un duplice “paradosso”.

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Da un lato perchè a Bologna “non si celebrano i matrimoni solo se civili, mentre se sono religiosi sì”, dall’altro perchè negli altri Comuni della provincia i riti civili non sono stati sospesi, pur nel rispetto delle norme di distanziamento e quindi senza far radunare invitati: vale ad esempio per Castel Maggiore, Casalecchio, Calderara, Imola “e anche ad Alto Reno si celebrano i matrimoni”, specifica Lembi, non casualmente visto che proprio Gaggioli è vicesindaco in quel Comune.

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La consigliera del Pd, quindi, chiede alla Giunta le motivazioni di “questo nuovo increscioso rinvio”, sollecitando la possibilità di “riprendere finalmente le celebrazioni dei matrimoni civili, fosse anche in piazza Maggiore”. Premettendo che lo stop ai riti deriva dalle disposizioni del Governo, “sono consapevole che Comuni più piccoli e altre città abbiano riattivato o mantenuto la celebrazione dei matrimoni”, risponde Gaggioli: “Gli uffici segnalano però la necessità, per il Comune di Bologna e per la Sala Rossa, di attivare uno specifico protocollo Covid che salvaguardi il Cerimoniale, i dipendenti e anche le hostess dell’azienda che supporta il Comune nella celebrazione dei matrimoni e delle unioni civili”.

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Al momento, aggiunge l’assessore, “si sta valutando la possibilità di celebrare, almeno in questa fase, alcuni matrimoni in una location diversa dalla Sala Rossa, magari all’aperto in spazi pubblici“. Si tratterebbe ovviamente di “una scelta innovativa che presuppone una istruttoria da parte degli uffici”, conclude Gaggioli.

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