Coronavirus, Catalfo: “113 milioni di europei a rischio povertà, serve uno ‘scudo sociale’ comune”

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La ministra del Lavoro lancia la proposta insieme al vicepremier spagnolo Pablo Iglesias e alla ministra portoghese Ana Mendes Godiinho Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


ROMA – “L’Europa sta fronteggiando la piu’ grande sfida della sua storia dalla Seconda Guerra Mondiale. Le persone piu’ vulnerabili sono quelle che soffriranno di piu’ e i governi devono adottare misure di solidarieta’ ambiziose e coraggiose per evitare il rischio indigenza ed esclusione sociale. L’Europa in questo momento si ritrova con piu’ di 113 milioni di persone che corrono quel rischio e 25 milioni di bambini e ragazzi che gia’ vivono sotto la soglia di poverta’. Dobbiamo adottare misure urgenti per evitare che questo numero cresca ulteriormente, ed anzi si riduca”. E’ quanto si legge nell’intervento oggi sul “Corriere della Sera” della ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, insieme al Vicepremier spagnolo Pablo Iglesias e alla Ministra del Lavoro portoghese Ana Mendes Godinho.

“Il persistere di poverta’ e disoccupazione in Europa, ed il loro prevedibile incremento, richiede soluzioni globali ed integrate, al di la’ di quadri di riferimento meramente nazionali. L’Unione Europea- continua Catalfo– deve muoversi con spirito di solidarieta’ ed e’ necessaria una risposta coordinata. Questo e’ il momento per l’Unione Europea di guardare al futuro e compiere passi avanti nella definizione di un Piano d’Azione per la realizzazione dei principi del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, lanciando una sorta di “scudo sociale europeo”. Le iniziative alle quali l’Unione Europea sta al momento meritoriamente lavorando sono elementi essenziali per uscire dalla crisi senza lasciare nessuno indietro, ma c’e’ bisogno anche d’altro”.

Per la ministra “e’ necessario un sistema comune di reddito minimo garantito che permetta di combattere la poverta’ e l’esclusione sociale. Noi crediamo che l’Unione Europea necessiti di uno schema comune di reddito minimo non tanto riferito al livello di sussistenza o agli indici di poverta’ relativa in Europa, quanto piuttosto di uno strumento legalmente vincolante per tutti gli Stati membri che crei una cornice di riferimento per l’introduzione di un reddito minimo adeguato e diverso a seconda dei livelli e degli stili di vita di ciascun paese”.

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