Coronavirus, Bonomi: “Due Dpcm in due giorni. Non è questo il metodo”

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"Rimaniamo perplessi, tutti gli italiani rimangono perplessi di fronte a questa situazione", dice il presidente di Confindustria

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RIMINI – “Si sono fatti due Dpcm in due settimane, non è questo il metodo. È il momento di sedersi a un tavolo e ragionare, se vogliamo ragionare tutti assieme su questa situazione. Facciamo nostro l’inno nazionale: stringiamoci a coorte“. Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, rimarca parlando all’assemblea di Confindustria Romagna.

CHIUDONO NEGOZI DI 2-3 GENERAZIONI, SERVE UMILTÀ

“C’è una grande parte di italiani che oggi è veramente angosciata sul futuro e sulle risposte da dare alle proprie famiglie, parlo di artigiani, commercianti, ambulanti, imprenditori, insomma tutti quelli che la garanzia del reddito non ce l’hanno. Oggi vengono messi a rischio non solo gli investimenti fatti recentemente, ma quelli di generazioni. Ci sono negozi di due-tre generazioni che rischiano di chiudere, anzi stiamo già leggendo tutti i giorni che non riapriranno più. C’è bisogno di un ceto dirigente che dia loro risposte coerenti e serie”. Raccomanda Bonomi: “Tutti dovrebbero avere più umiltà, non si possono affrontare questi temi pensando solo al dividendo politico: c’è un dividendo di paese cui rispondere. Bisogna sedersi tavoli e ragionare, con un po’ più di umiltà, cosa che in questo momento non vedo”.

MINACCIARE PIAZZA È RICATTO, UNIRE FORZE E DARE RISPOSTE

“Credo che il ceto dirigente di questo paese, la politica, le associazioni datoriali, i sindacati, debba davvero sedersi a un tavolo e ragionare, se vogliamo affrontare seriamente questa situazione. Abbiamo tutti una responsabilità, un domani da costruire insieme, e non si può andare avanti con le contrapposizioni. Lo dico richiamando l’esito dell’incontro di ieri sera tra Governo e sindacati, come si legge oggi sui giornali: l’atteggiamento ‘o si fa questo o scendiamo in piazza’ non è un atteggiamento comprensibile oggi in questo paese”.

“Tutti vogliamo rivendicare le nostre posizioni e i diritti delle parti che rappresentiamo, facciamolo e facciamolo anche aspramente, ma- avverte il numero uno degli industriali- senza minacciare la discesa in piazza. Non ci rendiamo conto di quello che è successo l’altro giorno, con le piazze cavalcate da frange oltranziste. Si può oggi in un paese in crisi, che sta discutendo le misure per affrontare la pandemia e col rischio di un ulteriore lockdown dopo Francia e Germania, richiamare lo sciopero e la discesa in piazza? E il Governo- affonda Bonomi- accetterà un ricatto di questo tipo? Sono molto perplesso. Il ceto dirigente deve unire le proprie forze e dare risposte agli italiani, che stanno soffrendo molto”.

SUL MES NON SUCCEDE NULLA, È INCOMPRENSIBILE

“Prendiamo il caso del Mes: Speranza, Zingaretti e Bonaccini sono favorevoli, tutta l’Italia lo chiede, ma poi non succede nulla. Rimaniamo perplessi, tutti gli italiani rimangono perplessi di fronte a questa situazione”. Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, intervenendo in collegamento video all’assemblea di Confindustria Romagna a Rimini.

Continua Bonomi sul Mes: “Un giorno ci viene detto che è un tema del Parlamento, il giorno dopo ci viene detto ‘no, il Mes non lo prendiamo perché se lo prendiamo dovremmo aumentare le tasse’. È una cosa incomprensibile, visto che le tasse non aumentano. Ad esempio, con il debito dei titoli di Stato e il Recovery fund”. Poi, rincara il numero uno degli industriali, “c’è il tema del decreto Ristoro: si dice ‘mettiamo 5 miliardi di euro perché dobbiamo ridare risposta a chi sta soffrendo’. Ma col Mes i miliardi sono 37, e dentro al Mes ci sono anche i danni sanitari indiretti. Quindi, il decreto Ristoro anziché essere di 5 miliardi può diventare di 37 miliardi. Quanti ospedali di territorio possiamo realizzare con questi fondi? In questo paese dobbiamo uscire dai vincoli di natura politica, e avere coraggio nel futuro“, sprona Bonomi.

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