Comunali, a Faenza spunta il manifesto funebre per il ‘sindaco mancato’

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L'ira della Lega: "Questa sinistra teme per il proprio futuro e sta diventando sempre piu' aggressiva"

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FAENZA – “Dopo una lunga campagna elettorale e’ venuto a mancare alla vita politica cittadina il quasi sindaco Paolo Cavina, candidato del centrodestra gia’ del centrosinistra”. E’ parte del testo del ‘manifesto funebre’ comparso oggi a Faenza, nel ravennate, dopo la sconfitta di ieri alle comunali di Cavina che, prima di essere il candidato sindaco del centrodestra e’ stato nella Lista Insieme per cambiare, che alle elezioni del 2010 e del 2015 era nella coalizione di centrosinistra.

Una mossa condannata con forza su Facebook dal deputato e segretario della Lega Romagna, Jacopo Morrone: “Satira? No, odio e intolleranza. Da gesti come questi si misura il basso livello in cui e’ scaduta l’area del centrosinistra uscita vincitrice dalle urne alle ultime elezioni”, attacca l’esponente del Carroccio. “Se questo e’ il buongiorno che riservano alla citta’ gli amministratori che guideranno Faenza nei prossimi anni, c’e’ davvero di che preoccuparsi”.

A dover essere condannato “senza appello”, prosegue Morrone, “non e’ infatti il gesto in se’, pur grave e disonorevole, di aver elaborato e affisso un manifesto da morto con i nomi del candidato sindaco della parte avversa, uscito sconfitto, e di esponenti delle forze che lo appoggiavano, beffeggiandoli e denigrandoli”.

Nel finto manifesto funebre, infatti, si legge anche: “Insieme a li (il candidato sindaco ndr) la citta’ ricorda il quasi vicesinsaco Gabriele Padovani, il quasi assessore Domizio Piroddi e tutti coloro che sono stati quasi vicini a portare la nebbia a Faenza. Faenza respira”.

Per Morrone, a dover allarmare e’ “l’ambiente culturale e politico della sinistra che lo ha prodotto e legittimato. Un ambiente che evidentemente e’ scaduto anche dal punto di vista etico”, incalza il segretario delle Lega Romagna. “Oggi i faentini hanno la prova provata di chi alimenta il clima di violenza che mette a rischio liberta’ e democrazia. Da condannare e’ la volonta’ di infierire sull’avversario sconfitto, con attacchi personali beceri, anziche’ concedergli l’onore delle armi, un gesto di alto contenuto morale e istituzionale che ereditiamo da una tradizione millenaria”.

Per Morrone “e’ altrettanto evidente che, nonostante la vittoria, questa sinistra teme per il proprio futuro e sta diventando sempre piu’ aggressiva. Ma siano certi i faentini che noi, dall’alto dei nostri principi e ideali, non ci lasceremo trascinare in questa controversia al massacro”.

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