Compagnia Teatrale Jonica, dopo i successi pirandelliani, “L’avventura di Ernesto” diretta da Rosario Minardi

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La Compagnia Teatrale Jonica torna in scena, questo fine settimana, al Cine Teatro Garibaldi di Giarre, con “L’avventura di Ernesto” con la regia di Rosario Minardi.


Siamo ormai abituati ai successi della Compagnia ripostese che lo scorso gennaio ha registrato il sold out con i due atti unici “Lumie di Sicilia” e “L’altro figlio”, tratti dalle novelle di Luigi Pirandello e diretti dal regista Eugenio Patanè che, come sempre, ha fatto un ottimo lavoro individuando gli attori giusti ad interpretare i complessi personaggi pirandelliani. “Lumie di Sicilia” racconta come spesso i ricordi falsano la realtà e, non ammettendo il cambiamento, possono farci incappare in cocenti delusioni. Questo è il caso di Micuccio Bonavino, vissuto per anni nel ricordo della sua amata Teresina che ha aiutato ad emergere, scoprendone le doti canore e che adesso, divenuta famosa, gira il mondo, ottenendo grandi successi ed essendo ormai un’altra persona. In questo dramma Eugenio Patanè fa debuttare Carmen Russo nel ruolo di protagonista, giovane attrice di cui è già evidente la crescita e che regge bene la trama di un atto unico in cui fondamentale è la vivacità della recitazione.

Lumie di Sicilia

Più maturo e strutturato l’altro atto unico pirandelliano, messo in scena nella stessa sera, “L’altro figlio”, che vede la trama narrativa snodarsi attorno a Maragrazia, umile donna di un paese siciliano, vedova e ridotta a mendicare. Maragrazia soffre perché non riceve notizie dai due figli emigrati in America che ormai hanno dimenticato la madre in seguito alla ricchezza ottenuta. La donna analfabeta cerca sempre di far giungere delle lettere ai figli attraverso altri giovani che partono verso il “Nuovo Mondo”. In queste lettere Maragrazia giura ai figli di essere disposta a donar loro il casale di poco valore dove lei abita, purché tornino. Ma i figli non rispondono e le persone cui la donna chiede aiuto per scrivere le lettere provano pena e fastidio per Maragrazia, non capendo perché l’anziana non cerchi l’affetto dell’unico figlio rimasto in paese, Rocco Trupìa, che, peraltro vorrebbe prendersi cura di lei. Nel dialogo con un giovane medico Maragrazia gli racconterà perché continua a rifiuta l’aiuto di Rocco e perché non lo considera veramente suo figlio. La forza di questo dramma risiede in questo monologo finale in cui Angela Giammuso, che interpreta Maragrazia, dà prova di grandi capacità attoriali e, raccolta nel suo scialle, curva su se stessa, fa rivivere al pubblico, attraverso le immagini disegnate dalle sole parole, tutto il dramma di una violenza sessuale e la rabbia mai sopita del “sangue che si ribella” ad un figlio frutto di quella violazione.

L’altro figlio

Questo fine settimana invece va in scena in due repliche, al Cine Teatro Garibaldi di Giarre, sabato 2 marzo e domenica 3 marzo, alle 17:30, “L’avventura di Ernesto” diretta da Rosario Minardi.

Quando la vita è più ingombrante della morte. È questo il grottesco paradosso su cui Ercole Patti fonda ‘L’avventura di Ernesto.

In un contesto di comprensibile stupore e reazioni basite, prende le mosse la surreale storia di un intellettuale, morto da quasi vent’anni, che ritorna in vita grazie ad un esperimento medico.

Dinnanzi allo sconvolgimento emotivo di parenti e conoscenti, si rende conto che alla fine l’unico approdo possibile è sempre e solo la morte, colta, questa, nelle esilaranti forme del lento decadimento fisico, implacabile nell’incessante suo procedere. All’interno di queste coordinate si inquadra la vittoria del tempo, che con il suo scorrere inesorabile segna dei solchi indelebili, tanto per gli uomini quanto per le donne, poiché passa per tutti, anche per chi non c’è più. Non un viaggio nella memoria, bensì nostalgia del futuro, di ciò che potrebbe essere.

L’autore approfitta così per gettare una luce sinistra, quanto realissima e materica, sui profittatori dell’ultima ora e, più in generale, su una colorita galleria di pseudo-familiari ed amici.

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