Cilento: la Grotta dell’Angelo scolpita nella roccia

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Le grotte sono misteriose, buie e ricche di un fascino inspiegabile tanto che per secoli sono state considerate un luogo temuto. Proprio il non sapere cosa si celava al loro interno ha stimolato la curiosità e la fantasia degli uomini al punto da diventare luoghi popolati da esseri fantastici o da santi. Tra le grotte più affascinanti c’è quella di San Michele Arcangelo considerata Patrimonio mondiale dell’Unesco.

Da tempo è diventata un santuario e si trova all’interno del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano e Alburni: ancora oggi entrare al suo interno è un’esperienza mozzafiato che suscita meraviglia.

Una grotta fermata nel tempo

La grotta che si trova ai piedi di una parete rocciosa vicino Sant’Angelo a Fasanella in provincia di Salerno. È un incantevole borgo che sorge a 650 metri sul livello del mare e reso ancora più affascinante dai boschi e dai tantissimi corsi d’acqua che lo attraversano. Una delle attrazioni principali è la cascata di 8 metri creata dal fiume Auso, da ammirare lungo percorso immerso nella natura. La grotta rimane però la tappa principale quando si visita Sant’Angelo a Fasanella. Qui sembra che il tempo si sia fermato e questa sensazione si avverte appena arrivati.

Il borgo di Sant'Angelo a Fasanella

Fonte: iStock

Una veduta di Sant’Angelo a Fasanella

Il visitatore che viene immediatamente rapito da un imponente portale quattrocentesco scolpito probabilmente dallo scultore cilentano Francesco Sicignano. È una vera e propria opera d’arte in cui campeggiano in tutta la loro maestosità leoni e leonesse pronti ad accogliere i turisti che vogliono scoprire il piccoli gioielli all’interno della grotta. Dopo essere entrati, impossibile non rimanere colpiti dal pozzo che spicca per il rivestimento di ceramiche napoletane. Nel santuario la natura e l’uomo hanno lavorato insieme realizzando un ambiente in cui il bello regna sovrano. Alle stalagmiti sul pavimento si alterna a cinque metri d’altezza un’edicola incastonata nella roccia. Ci sono poi l’altare dedicato all’immacolata con la statua della Vergine con Bambino del trecento e il pulpito dell’abate Francesco Caracciolo i cui resti sono conservati nella grotta.

Soria e leggenda si intrecciano nella grotta

La bellezza della grotta non risiede solo nelle opere contenute al suo interno, ma anche nella storia che l’ha resa un luogo di culto molto amato. Prima di diventare quello che è oggi, nel periodo preistorico era un rifugio. In origine era dedicato al culto delle acque e la presenza delle stalattiti e stalagmiti probabilmente veniva considerata la manifestazione delle divinità. Solo molti secoli dopo la grotta si è trasformata in un vero e proprio santuario dedicato a San Michele. Questa era una pratica comune, perché secondo una leggenda la prima apparizione del santo cristiano era avvenuta all’interno di una grotta.

L'antica Sant'Angelo a Fasanella

Fonte: Getty Images

Un’antica mappa di Sant’Angelo a Fasanella

Non è l’unica leggenda che aleggia intorno a questa grotta, a cui gli abitanti del posto danno maggior credito. Infatti, si narra che la sua scoperta sia dovuta a Manfredo, principe di Fasanella. L’uomo, infatti mentre era con il suo falcone, avrebbe perso di vista l’uccello, attirato da una melodia. Tornato sul posto con i servitori per cercare l’animale, fu proprio questa musica a spingerlo all’interno della grotta. Una volta entrato fu colpito dall’immagine delle ali dell’Arcangelo Michele sulla parete dietro all’altare e da quel momento decise di trasformare quel posto incantevole in un luogo di culto. Nonostante le molte leggende, la cosa certa è che questa grotta ha conservato nel corso dei secoli una bellezza a cui è impossibile resistere.

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