“Cento domeniche”, Albanese “Il film rappresenta le mie origini”

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Tempo di Lettura: < 1 minuto ROMA (ITALPRESS) – L’ottava giornata della Festa del Cinema di Roma ospita “Cento domeniche” di Antonio Albanese che, alla quinta regia cinematografica, racconta il quieto, angosciante disorientamento delle persone perbene messe di fronte ai paradossi di sistemi sempre più malati e costruisce il ritratto di un’Italia di provincia onesta, fragile ma testarda. Girato nei dintorni […]

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ROMA (ITALPRESS) – L’ottava giornata della Festa del Cinema di Roma ospita “Cento domeniche” di Antonio Albanese che, alla quinta regia cinematografica, racconta il quieto, angosciante disorientamento delle persone perbene messe di fronte ai paradossi di sistemi sempre più malati e costruisce il ritratto di un’Italia di provincia onesta, fragile ma testarda. Girato nei dintorni di Lecco, tra Olginate (dove Albanese è nato) e Garlate, è interpretato anche da Sandra Ceccarelli, Elio De Capitani, Bebo Storti, Maurizio Donadoni e Giulia Lazzarini. Nelle sale dal 23 novembre.
“Questo film rappresenta le mie origini, la mia estrazione sociale, ma anche la rappresentazione di una ingiustizia” è il primo commento del regista/attore. “Con Piero (Guerrera, sceneggiatore) che mi conosce come un fratello abbiamo elaborato questo dramma studiando, incontrando, ascoltando. Ci siamo resi conto che è una storia immensa di una crudeltà incredibile. Questo film rispetta il sistema banche ma è il singolo che può provocare disastri incredibili. E’ un tema molto delicato, che va trattato con umanità, serietà e verità”.
“Abbiamo fatto tanti incontri in tutta Italia – dice Guerrera -, parlato anche con i giornalisti, con gli psicologici che hanno salvato tanta gente. E’ stata anche l’occasione per raccontare la solitudine profonda, perchè alla fine ti ritrovi solo”.
Ma cosa spera che rimarrà allo spettatore quando uscirà dalla sala “Rispetto ed onestà – ha risposto subito Albanese, senza esitazioni -. Le ricerco sempre, in tutte le mie giornate. La malvagità può rovinare intere comunità, viviamo in una Nazione dove non c’è mai un colpevole. Mi premeva parlare del mondo operaio: sono considerati gli ultimi ma invece sono i primi, sono 5 milioni e mezzo di persone che tengono in piedi il Paese”.
-foto ufficio stampa Festa del Cinema di Roma –
(ITALPRESS).


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