Per una coppia, cosa è meglio (anche pensando alla qualità di sesso e sonno)? Dormire insieme, nello stesso letto, o separati?


Le coppie che non dormono insieme, pur abitando nella stessa casa, denotano qualche difficoltà: questo, almeno, è quanto si pensa comunemente.
 I letti (o le camere) separate rimandano anche a una tradizione vintage dei nostri nonni, forse in linea con un cattolicesimo e un codice di convenzioni ormai un po’ superate. 

C’è da dire che anche la letteratura e il cinema (o le serie tv) contribuiscono da sempre all’associazione per cui dormire separati significhi crisi. Con qualche precisazione, perché un conto è dormire sul divano dopo un litigio o se si è fatto molto tardi, un altro è dormire sistematicamente separati dal partner. 

Questa condizione viene chiamata «divorzio del sonno», un’espressione che, inevitabilmente, rafforza l’idea che qualcosa non vada nella coppia.
Addirittura, ci sono studi secondo cui la posizione assunta dai partner (nello stesso) letto potrebbe indicare il grado di complicità (o disarmonia).

Tuttavia, per una “regola” generale, da un po’ di anni si sta sviluppando la convinzione opposta: dormire separati fa bene alla coppia. Lo confermano vari studi, secondo cui scegliere di non condividere il sonno con la nostra metà non solo non significa che ci siano problemi di coppia ma, al contrario, è una strategia efficace per risolvere eventuali disparità nelle abitudini individuali dei partner, senza arrecare disturbo reciprocamente.

Pare che anche il lockdown abbia reso ancora più comune la tendenza di dormire separati nella coppia. Essere costretti a condividere la stessa casa ogni giorno per tanti mesi consecutivi, spesso in smartworking, non ha fatto bene alle relazioni e né al sesso delle coppie
Al contrario, c’è chi a maggior ragione ha deciso di “prendersi i propri spazi” almeno per dormire, riducendo così il tempo insieme (per quanto lo si possa fare tra conviventi durante una pandemia) e i conflitti. 

Lockdown a parte, pare appunto che sempre più persone decidano di “sfidare le convenzioni” e scegliere di dormire separati, e di trarne addirittura dei benefici.
È, per esempio, il caso di coppie in cui i partner hanno necessità diverse in funzione del proprio lavoro o, semplicemente, attitudini diverse (la famosa differenza tra essere un gufo/ civetta, quindi un animale notturno, o un’allodola, che si sveglia con le prime luci) o, ancora, problemi di insonnia o di russare che inevitabilmente disturbano il partner.

Dormire separati è quindi la soluzione migliore per una coppia? No, dice una scienziata, chiamata in causa sulla questione. Come per tutto ciò che riguarda le relazioni (aggiungiamo noi), non esiste una strategia univoca valida per tutte le coppie, riguardo il dormire.

Quello che conta, suggerisce la dottoressa Wendy Troxel, è che nella relazione ci sia chiarezza e che entrambi i partner diano la giusta importanza al sonno, ciascuno secondo i propri ritmi. Il sonno, ricorda la dottoressa Troxel, occupa circa un terzo della nostra vita, cioè occupa una parte importante della nostra vita di coppia, molto più del sesso. 
La ricerca mostra che quando sei ben riposato, comunichi meglio, sei più felice, più empatico, più attraente e più divertente. In altre parole, se entrambi i partner riposano bene, contribuiranno meglio alla relazione. Ogni coppia, poi, capisce se è meglio dormire insieme o separati.

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