A Prato arriva la prima ‘giungla urbana’ del mondo firmata Stefano Mancuso

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Prato diventerà la prima “Urban Jungle” del mondo, grazie a un progetto del collettivo Pnat diretto dal Professor Stefano Mancuso con la collaborazione dell’architetto Stefano Boeri.


L’idea è quella di sviluppare aree verdi urbane per riportare la natura nei quartieri della città ad alta densità abitativa, dove il cemento ha rubato spazio ad alberi e prati.

Grazie a queste giungle urbane case, tetti e facciate saranno ricoperti di alberi. Si riuscirà in questo modo a rigenerare aree inutilizzate o degradate, rimediando in parte al consumo di suolo.

Gli alberi restituiranno dignità a questi spazi e aiuteranno anche a migliorare l’ambiente circostante assorbendo sostanze inquinanti e riducendo la temperatura ambientale, proprio in quei quartieri soffocati da smog e ondate di caldo record.

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Tre nuove aree verdi sorgeranno nel pieno della struttura della città: la prima sarà creata nell’edificio ESTRA, che si affaccia in una delle strade maggiormente trafficate di Prato, la seconda in un quartiere popolare ad alta densità e, infine, la terza nascerà nello storico Macrolotto 0, oggi caratterizzato dalla presenza di numerosi spazi poco sfruttati.

Uno degli obiettivi principali del progetto Urban Jungle, vincitore di un bando europeo di 3,8 milioni di euro, è quello di rigenerare aree urbane in declino attraverso un uso sostenibile e creativo, mantenendo gli elementi architettonici che fanno parte della storia della città.

Non meno importante, la creazione di aree verdi capaci di migliorare la qualità della vita dei residenti, portando benefici a livello ambientale, sociale e culturale anche e soprattutto tra le classi sociali più deboli.

Le giungle urbane si aggiungeranno ai quasi 30mila alberi già presenti nella città di Prato lungo i viali e nei parchi pubblici che oggi fanno risparmiare alla città circa 400mila euro l’anno.
Le aree verdi a Prato, infatti, contribuiscono a eliminare circa 3.715 kg di sostanze inquinanti quasi 70mila Kg di CO2 all’anno, oltre a intercettare quasi 8mila metri cubi di acqua piovana.

La creazione di nuovi spazi verdi non potrà che apportare ulteriori benefici per la città, migliorando la qualità della vita dei residenti.

Fonti di riferimento: Prato Urban Jungle/Città di Prato/UIA

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Da Greenme

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