Zola “Orgoglio Napoli, in Lega Pro per aiutare i giovani”

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Tempo di Lettura: 3 minuti “Allenamenti e consigli giusti, solo cosi’ possiamo tornare a produrre giocatori di un certo tipo”, dice il vicepresidente di Lega Pro

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MILANO (ITALPRESS) – In campo uno di quei numeri 10 che fanno amare il calcio anche ai meno appassionati, poi allenatore, adesso dirigente. Gianfranco Zola ne ha vissute tante, ma non si stanca e ora che il nuovo numero 1 della Lega Pro, Matteo Marani, lo ha voluto in squadra come vicepresidente, ha lo stesso entusiasmo di quando faceva innamorare i tifosi di Torres, Napoli, Parma, Chelsea e Cagliari oltre che della Nazionale. In un’intervista al Corriere della Sera, ribadisce che secondo lui il calcio italiano deve ripartire dai giovani, che il suo “obiettivo è dare un impulso a riforme che aiutino i ragazzi. Bisogna stare attenti a come si allenano, dar loro tempo e consigli giusti. Solo così possiamo tornare a produrre giocatori di un certo tipo. Da bambino giocavo dalla mattina alla sera per strada, in parrocchia. Ora non è più così, i ragazzi hanno altre cose da fare. Vanno trovate alternative per stimolarli. Un tema importante per il nostro calcio, non solo per la Lega Pro”. Magic box, come lo chiamavano e lo chiamano ancora i tifosi del Chelsea, proprio dalla Serie C è partito. “E’ stato il mio trampolino di lancio. Prima la Nuorese, poi la Torres. Senza quelle opportunità non so se ce l’avrei fatta a sfondare”.
Ce l’ha fatta e ha vinto anche uno scudetto nel 1990 con il Napoli, proprio la squadra neo-campione d’Italia che, sottolinea Zola “ha vinto giocando benissimo. Pressing alto, coraggio, pazienza: le qualità delle migliori in Europa. Sono orgoglioso. Manco da Napoli da tanti anni, ma ho festeggiato con loro. Quando vinci lì non puoi dimenticarlo. Sono cose che ti restano dentro”. Così come resta dentro l’aver vissuto la gioia tricolore al fianco di Maradona. “Diego era una persona di uno spessore unico. Provavo una sorta di adulazione per lui. E lottava per noi. Le faccio un esempio: io e Massimo Tarantino non eravamo inclusi nel premio scudetto, lui si battè con la società per farcelo avere. Si esponeva, pensava più agli altri che a sè stesso”. Si torna agli impegni di oggi, al suo impegno come vicepresidente di Lega Pro. “Quando un amico come Marani mi chiede un favore io lo ascolto e provo ad aiutare. Poi credo in questo progetto. Mi sono buttato e ho detto sì. Ho preso contatti per capire come funzionano i modelli, vincenti, di Inghilterra, Francia e Germania. Cerchiamo cose che possano essere utili anche qui. Vogliamo garantire agevolazioni finanziarie alle squadre che fanno giocare calciatori cresciuti nel vivaio, senza alcun obbligo sul minutaggio. Poi, con i tempi giusti, inserire per ogni rosa un numero fisso di giocatori costruiti in proprio. Idee al vaglio, non le uniche”.
C’è per esempio quella, non nuova, delle squadre B che non riesce a decollare. “La Juve è un esempio virtuoso, con calciatori che si sono formati in Lega Pro e ora sono protagonisti in serie A. Ci sono altri club interessati, come l’Atalanta, che potrebbe iscriversi già dalla prossima stagione. Dovremo far sì che queste realtà non schiaccino le altre – spiega Zola -. Nella nostra categoria ci sono 60 squadre: non tutte sono attente ai giovani. Sarebbe bello andare insieme nella stessa direzione. Stiamo lavorando bene, sono contento”. Dirigente sì, ma non dimentica la panchina, il suo passato da allenatore con l’ultima esperienza vissuta nel 2018 come vice di Sarri al Chelsea, ma la vita da tecnico non è un capitolo chiuso. “Ho voluto fare un passo indietro. La mia famiglia aveva bisogno di me. Dovevo stare vicino a mia moglie e ai miei figli. Oggi sono contento così: con la Lega Pro spero di dare un contributo per i giovani. Ma non escludo, in futuro, di tornare a fare l’allenatore. Resto un uomo di campo, innamorato del pallone”, conclude Gianfranco Zola, uno di quelli che palla al piede faceva amare il calcio e che adesso ha una nuova missione, aiutare il calcio italiano a “tornare a produrre giocatori di un certo tipo”, magari alla “Magic box”.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).


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